PAN DAIJING, Tissues

Pan Daijing

L’opera multimediale “Tissues” – registrata nel 2019 nella galleria sotterranea della londinese Tate Modern – è stata editata per una versione solo audio dall’etichetta berlinese Pan e ci restituisce in pieno il drammatico ambiente sonoro ideato da Pan Daijing (qui alla regia e alle voci aggiuntive) con le voci della soprano Anna Davidson, del mezzosoprano Marie Gailey e del controtenore Steve Katona.

La violinista cinese, classe 1991, residente da anni a Berlino, firma così il suo disco più ambizioso, riuscito, versatile. Sono quattro i movimenti che compongono un asse musicale fondato sulle voci, sull’elettronica e si di un ostinato di piano che ridisegna in qualche modo il mondo dell’opera contemporanea. Che sia qualcosa del tutto riuscito lo dimostra la completa godibilità d’ascolto di questi movimenti intensi, a tratti drammatici, ma mai, ripeto mai, ostici (se non ostili) per l’ascoltatore, che in ambito “musica contemporanea” talvolta viene torturato/annoiato da una vena sadica innata nelle avanguardie novecentesche europee e nord-americane o almeno così mi pare, ogni tanto.

Nella dimensione live Tissues si avvale, oltre che dei già citati musicisti, di una compagnia di dodici danzatori che esaltano nello spazio le sue dinamiche sonore. I testi del libretto, ispirati al personaggio del Wuxia, l’eroe marziale per antonomasia della tradizione letteraria cinese i cui aspetti femminili e maschili sono in perenne disperata contrapposizione, sono scritti in un mix di cinese antico e moderno e dunque la fascinazione e lo spaesamento risultano ulteriormente accresciuti dal loro suono, così che le voci diventano, a tutti gli effetti, strumenti aggiunti in lotta con drone elettronici taglienti e stratificati, per una sorta di suite ipnotica e per una meraviglia deep listening  costante per ognuno dei quattro episodi: 

A Raving Still – 9.22
A Found Lament – 12.43
A Tender Accent – 17.01
A Deafening Hum – 15.46

Questi i titoli e i tempi di un’opera a suo modo sorprendente, creata da una musicista molto giovane e fuori dalla gabbia dell’accademia della musica contemporanea occidentale. Masterizzato dall’onnipresente Rashad Becker, Tissues è disponibile on line oppure in doppio vinile (sempre a cura dalla benemerita etichetta tedesca Pan di Bill Kouligas) con materiale aggiuntivo e la possibilità di accedere alla sua componente visiva.