OVO / MAI MAI MAI, Split

Lanciato nella serata del 3 maggio all’Auditorium Novecento di Napoli, lo split album fra la creatura di Pedretti e Dorella e quella di Toni Cutrone, uscito per una piccola etichetta francese, Arsenic Solaris, è una collaborazione che ci aspettavamo da tempo, tante e tali sono le affinità fra i protagonisti. La copertina, ad opera del tatuatore Arthur Tête de Mouton, raffigura una presenza, infantile e degenerata nel contempo, che pare avvinta da un orizzonte in lento disfacimento, efficace traduzione visuale delle atmosfere tetre e stranianti che pervadono i due lati del vinile. Gli OvO partono rumorosi e marziali nell’intro, quindi si abbandonano a un incedere calmo e apparentemente inesorabile che riserva però impennate subitanee: Stefania canta con il suo caratteristico timbro ma stavolta in italiano, urla, sussurra, gioca con le sovraincisioni, mai rassicurante, un demonio incarnato. Bruno, il solito maniscalco prestato alle pelli, dà qui l’impressione di ricorrere meno all’elettronica.

Il lato Mai Mai Mai consta invece di due sole tracce: la prima si ricollega direttamente agli ultimi lavori incentrati su un Meridione arcaico e magico, da Nel Sud, uscito nel 2019, fino all’ultimo Rimorso. L’affascino del titolo designa quella presunta capacità di taluni individui di ingenerare effetti deleteri sugli altri, una condizione psichica di impedimento e inibizione, un senso di dominazione altresì detto malocchio: avvolta in rumore e mugugnare low-pitched, sospinta dal drumming di Toni, è proprio la registrazione di un rituale calabrese di liberazione dal malocchio. Il secondo brano, invece, è imperniato sulla registrazione di una seduta medianica: se non l’avessi letto sul retro di copertina, avrei detto si trattasse di un campione tratto da qualche misconosciuto film horror italiano, complice anche il chiaro riferimento a Lucifero nel titolo. Le atmosfere ci riportano agli inizi di Mai Mai Mai, quando era ancora legato al discorso dell’Italian Occult Psychedelia e alle suggestioni da pellicola di infima categoria – i “filmaggi de paura” di smithersonsiana memoria – di quando rifaceva “Sette Note In Nero” sull’ottima raccolta Nostra Signora Delle Tenebre, pubblicata giusto dieci anni fa da Backwards (c’erano anche gli OvO con “Nuda Per Satana”). In sintesi: gli OvO tornano in qualche misura al loro suono primigenio, colpi meno triggerati e aiutino dell’elettronica ridotto all’osso, Stefania Pedretti canta in italiano, Toni Cutrone da parte sua ben compendia il percorso concettuale di Mai Mai Mai. Unica pecca: la mancanza di una traccia in cui suonano tutti insieme.