OTARGOS, Xeno Kaos

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Gli Otargos (Capra in lingua greca arcaica) nascono in modo ufficiale nel 2001, inizialmente soltanto come one man band. Dall’originario black metal oltranzista (Fuck God – Disease Process e No God, No Satan) il gruppo transalpino,  oggi con una formazione rinnovata (rimane punto fermo, come logico, il chitarrista/cantante Dagoth), ha conosciuto un’evoluzione costante, in una prospettiva sempre più modernista. L’influenza death, divenuta molto marcata, conferisce alla proposta musicale degli Otargos un carattere imponente e al contempo diretto e aggressivo, amplificato oltretutto da una resa sonora ineccepibile, per quanto leggermente più ruvida rispetto ai dischi passati. Del resto, l’esigenza quasi vitale di esprimersi al di fuori di un registro tipicamente black metal si avvertiva già nel precedente Apex Terror (2013), che inglobava numerosi elementi propri dell’elettronica e dell’industrial. Sorprendono al primo ascolto dla grande varietà delle singole composizioni, la diversità dei tempi ritmici, gli assolo di qualità e l’assenza di giri a vuoto. Il cantato di Dagoth, efficace ed incisivo, lancinante e dissonante, è esente da ogni forma di linearità, viene declinato in molteplici varianti: black, death, parlato con la presenza di effetti, e con picchi elevati di espressività sui registri vocali più alti. Accanto a brani dinamici, costruiti sulla rapidità d’esecuzione, troviamo altri che si iscrivono invece in una linea direttrice più lenta che contribuisce a porre in risalto il lato più tipicamente heavy della formazione francese. La grande eterogeneità stilistica di Xeno Kaos emerge grazie all’alternarsi frenetico tra pezzi vicini ai Septic Flesh (“Dark Mechanicus” e “The Ruinous Powers”), altri ai Pestilence più recenti (“Human Terminate”), altri ancora agli attuali Behemoth (la sinistra e atmosferica “Chariot Ov The Godz”). A livello tematico, il filo conduttore del disco è rappresentato dalle tenebre: il gruppo originario di Bordeaux si dichiara artefice del proprio destino e non sottomesso ad alcuna divinità, si chiami essa Dio o Satana. L’universo dell’entità Otargos non conosce infatti nient’altro che oscurità infinita: non esiste sorgente di luce che possa dissipare la nebbia caliginosa della quale si impregna il nuovo album, il quinto della band. Xeno Kaos, pur non facendo gridare al miracolo e non possedendo una particolare originalità di base, costituisce nel suo complesso un deciso passo in avanti rispetto a Apex Terror, che – inficiato da uno sfoggio di tecnica fine a se stesso – con solismi e riff talvolta troppo intricati, tendeva a indebolire in modo sensibile la potenza distruttrice degli Otargos.