ORNAMENTS, Pneumologic

Pneumologic

Gli Ornaments sono – senza ombra di dubbio alcuna – un nome di culto, con una solida reputazione ottenuta grazie a due ep e molti live sparsi nel corso di una carriera decennale, seppure interrotta da una lunga pausa nel mezzo. Ciò che mancava ancora era un album che permettesse di osservarli all’interno di una prospettiva allargata e che ne mettesse in luce una volta per tutte l’indiscussa caratura. A porre rimedio arriva oggi Pneumologic, un concept sul respiro che parte da Galeno e dal saggio “Stanze” di Giorgio Agamben per offrire all’ascoltatore un viaggio nient’affatto banale e ricco di sfumature sonore differenti. Innanzitutto, Pneumologic si presenta come un lavoro oltremodo curato in ogni singolo aspetto: al suo interno nulla viene lasciato al caso e tutto concorre a donare il giusto vigore al flusso di sensazioni provocate dall’ascolto, un magma costante e al contempo irregolare, così da scacciare qualsiasi sensazione di monotonia o cali di tensione. Non paghi dell’enorme lavoro svolto, gli Ornaments hanno convocato anche alcuni amici, ovvero Daniele Rossi, Silvia Donati e Tommy (Concrete), cui è affidato il compito di aggiungere il proprio tocco all’insieme e rendere ancora più efficace il risultato finale. Un valore aggiunto ma di certo non l’unico motivo per interessarsi e appassionarsi alle sette composizioni presenti, forti di un linguaggio complesso che si avventura alla riscoperta del legame esistente tra respiro e musica, pulsioni ritmiche e battito cardiaco. Se il postcore e certo post-rock sono senza dubbio anima e fondamenta di Pneumologic, questo non vuol dire che si tratti degli unici ingredienti o soprattutto che il raggio d’azione della scrittura sia in qualche modo limitato, dato che al contrario la band è capace di spaziare e di allargarsi senza perdere mai perdere personalità. In un momento in cui certi generi sembrano aver raggiunto il punto di non ritorno e la saturazione (più di un pericolo) è una certezza, gli Ornaments riescono a tirare fuori un signor disco, che non può lasciare indifferenti e che riesce comunque a staccarsi senza difficoltà alcuna dalla massa. In fondo, se all’inizio se ne parlava come di un nome di culto, un motivo dovrà pur esserci.