ORCAS, Orcas

Orcas

La curiosità stava e sta tutta nel capire se questo debutto degli Orcas saprà durare nel tempo e se rivelerà più consistenza di quanto non esprima ai primi ascolti. Nulla di malvagio, anzi. È che conoscendo i componenti del “gruppo”, Benoît Pioulard e il compositore minimalista Rafael Anton Irisarri, e constatando l’uscita su Morr, già da “Pallor Cedes” il disco si rivela essere esattamente ciò che ci si aspetta, come diviene ancora più evidente con “Standard Error”. Pallore elettro-acustico da musica sperimentale non troppo “difficile” e rarefazioni tra Air, Sylvian e Broadcast (di questi ultimi gli Orcas realizzano qui la cover di “Until Then”). I fan del genere impazziranno, per tutti gli altri si torna al quesito iniziale, dato che il fascino è indiscutibile, ma la varietà un po’ meno, la forma stilistica è cristallina, ma il coinvolgimento emotivo dipende dallo stato d’animo del momento e dalla reale consistenza dei pezzi. Se si ascoltano la nenia spettrale “Carrion” e il cuore agrodolce dei synth “umani” di “A Subtle Escape”, il bicchiere pare mezzo pieno. Certo, in generale si resta comunque un po’ interdetti e dubbiosi.

Tracklist

01. Pallor Cedes
02. Arrow Drawn
03. Standard Error
04. Carrion
05. A Subtle Escape
06. Until Then
07. Certain Abstractions
08. I Saw My Echo
09. High Fences