OHM SWEET OHM, DSA

Terzo album del multistrumentista Christian Muela (Ohm Sweet Ohm), affiancato in questo DSA da due pezzi da novanta della scena avant-rock romana: Adriano Lanzi (in breve… il nostro Fred Frith), qui all’elettronica, e Niccolò Friz, ex Flying Madonnas, alla batteria. Muela è ai Live Fx, oltre naturalmente al didgeridoo, di cui ricordiamo essere virtuoso e divulgatore.

Siamo nel bel mezzo di un “quarto mondo domestico”, dove misticismo, agenti psicotropi e tecnologia si fondono alla grande, senza gerarchie o moralismi di sorta: un trip acido in realtà molto energico, agile e a tratti, evviva, pure divertente! My Life In The Bush Of Ghosts (Byrne/Eno) e il suono astratto e rotondo del fretless bass di Mick Karn possono essere due punti cardinali da assumere per questo bel viaggio allucinante, otto potenti brani psichedelici dall’incedere temerario, dove dub, afrofuturismo, irresistibili beats di batteria, India ed elettronica calda lasciano ampi spazi all’immaginazione come alla fruibilità, dal momento che questa è musica da danzare come da ascoltare nella posizione del loto Padmasana: l’impatto psicofisico sarà il medesimo.

Fin dall’incipit con “Mephisto”, la trasmutazione radicale dell’uso degli strumenti “primitivi” come del loro ancestrale spettro acustico, da sempre campo d’azione specifico di Christian Muela, giunge a pieno compimento con l’apporto di Lanzi per quel che riguarda le dinamiche e l’impasto sonoro, e un Fritz in gran spolvero per quello ritmico. Segue la visione multicolore di “Cornucopia”, che suona à la Japan aumentati, poi arriva il groove denso di “Hit A C” con il didgeridoo magnifico che impazza, come anche in “Night Of The Shapeshifters”. “Moody Visualization” vede la partecipazione di NUDAVOX, alias Laura Desideri, straordinaria cantante sperimentale e compositrice che alla pratica vocale ha dedicato la propria ricerca artistica, svincolando la voce dalla schiavitù del “senso”. “Lost In A Subway Junction” è l’incubo che tutti abbiamo vissuto: il ritmo è spezzato, Lanzi e Muela, elettronica e processore, ci piazzano per 6 minuti e 28 secondi, persi in acido, nell’hub sotterraneo di una qualsiasi megalopoli del pianeta, preferibilmente orientale. Ma quando alla fine sembra di udire persino un minaccioso latrare di cani randagi, loro, clementi, ci acchiappano al volo trasportandoci con il pezzo successivo, “Easteraser”: salvi e beati, sulle placide sponde del Gange, grazie alla potenza della musica e al violino di Ambra Chiara Michelangeli, altra preziosa ospite di Ohm Sweet Ohm.

DSA dura 43 minuti, tempo medio di una seduta di psicoterapia, ma vuoi mettere il divertimento.