I paesaggi di Oak Editions

Oak Editions

Dopo aver dato vita all’Archivio Italiano Paesaggi Sonori (A.I.P.S., che sta disegnando la mappa audio dell’Italia), Francesco Giannico e Alessio Ballerini, entrambi sound artist, provano a diventare anche editori, occupandosi di diffondere i loro dischi e quelli di un “collettivo” che sta pian piano emergendo grazie a un lavoro lungo anni. Per quanto ho potuto finora vedere, Oak Editions significa sperimentazione sonora e plurimediale, ambient alla ricerca delle contaminazioni, field recordings come documento e come arte, sguardo attento a una precisa realtà italiana e packaging sobrio ed essenziale, non privo di un’estetica di fondo. Indie label nascono e muoiono, questa ha il pregio di aver ben chiaro cosa vuole fare. Seguo Giannico da quando è uscito come Mark Hamn su Afe un sacco di anni fa, quindi sono abbastanza di parte. Passo in rassegna i primi tre lavori dell’etichetta: magari un articolo potrà richiamare qualche sguardo in più di una singola recensione.

A.I.P.S., Postcards From Italy

Postcards From Italy

La prima uscita è una foto di gruppo dell’Archivio Italiano Paesaggi Sonori: una schiera di sound artist italiani che si passano tra di loro field recordings affinché vengano rielaborati e diventino un pezzo vero e proprio. Il titolo della raccolta è lo stesso di una serie di interviste curate da Gianmarco Del Re e pubblicate in inglese sulla webzine Fluid Radio. Il lavoro di Del Re è importantissimo, perché porta all’estero alcuni dei nomi coinvolti anche in questo disco. Le pacche sulle spalle solo nel ristretto giro del nostro Paese non bastano. Quando noi abbiamo fatto una compilation, il risultato importante è stato riuscire a diffonderla su siti come Ad Hoc e Cvlt Nation, il resto degli attestati di stima è bello, ma non apre forse molte porte. Postcards From Italy è stato presentato dal vivo al Cafe Oto, un locale in zona 2 ( o 3?) di Londra, famoso per ospitare eventi di musica sperimentale (ci andai in occasione del Festival Sottovoce). La collezione di tracce è molto buona: spiccano severissimi Perletta e Boccardi. Outsider: Barbara de Dominicis.

ALESSIO BALLERINI / SILVIA CANDELARESI, Nostalgia Robot

Il secondo numero di catalogo è un progetto plurimediale, che (con aggettivo-cliché degno del miglior Corriere dello Sport) definirei ambizioso: libro o audiolibro (versione italiana e inglese), video, colonna sonora. Un racconto sui robot, con qualcosa nella storia e nelle immagini che fa pensare ad Asimov. La narrazione scritta è di Silvia Candelaresi, mentre audio e video sono a cura di Ballerini. La parte musicale, alla fin fine, è tanto breve quanto poetica e ho l’impressione che si possa sentire a lungo in loop. Si dovrebbe trattare di una rielaborazione digitale più o meno spinta di strumentazione “tradizionale”. Non è necessario fare i soliti nomi stranieri, è sufficiente conoscere un po’ degli artisti italiani presenti parlando di “Postcards” per capire il tipo di ambientazione sognante proposta.

FRANCESCO GIANNICO & THEO ALLEGRETTI, Flow Signs

Flow Signs

Raffinato, placido e leggermente malinconico il progetto Flow Signs, che vede Francesco Giannico lavorare assieme al pianista jazz Theo Allegretti. Giannico continua a fare dell’eclettismo e dell’incorporazione di elementi diversi e melodici uno dei propri punti di forza. Allegretti si muove su territori troppo lontani dai miei, non ho davvero gli strumenti culturali per capirlo, posso solo vederlo nell’ottica dei generi che di solito ascolto: in alcuni momenti riesce di sicuro a emozionare, ma soprattutto sembra che stia pensando a costruire un album e non a mettersi in luce come solista. Per intenderci in modo molto spiccio: piacerà a tutti i fan delle cose più aggraziate di Type Records (a giudicare dall’aria che tira ultimamente, lo farei sentire anche a quelli della Denovali). Interessante, infine, perché staccato dal resto con le sue dissonanze, il brano “Where Is The Oracle?”.

In bocca al lupo.