NUEL, Hyperboreal

NUEL, Hyperboreal

Manuel Fogliata torna per l’etichetta di Seattle, la Further Records, dopo l’esordio avvenuto nel 2011 con l’interessante Trance Mutation. Nel frattempo il riminese ha avuto modo di far uscire numerose prove a suo nome e non, vi segnalo in particolare quelle con Donato Dozzy, la serie Aquaplano. Questo Hyperboreal, concepito negli studi romani dell’amico Neel con l’ausilio di un synth chiamato The Ekdahl Polygamist, va dritto al dunque. Basta immergersi con inopinata sfrontatezza nelle acque torbide e melmose di “Polaris” e “Steppin’ Stone”; la musica qui è una sorta di possente drone acquatico che non fa prigionieri, nel quale verrete risucchiati senza capire bene il perché. “Om” prova a dare una parvenza di pacificazione, ma non è mai estranea all’intento principale di Fogliata, che pare essere quello di prendere per le sinapsi l’ascoltatore, e va detto che il risultato lo porta a casa. Si potrebbe dire che lui faccia parte dell’ala più ethereal-drone di quegli artisti di casa nostra rispettati anche all’estero, come Dozzy, Polysick, Dadub, Retina.it o Lucy… Questi magari certamente su di un qualcosa più legato al ritmo, mentre Fogliata possiede l’innata propensione a rendere l’insieme materico e impalpabile allo stesso tempo, tanto da chiosare quasi ironicamente con “The Rest Is Noise”, e non è affatto gioco di poco conto. Tenetelo d’occhio.