NAGA + THE HAUNTING GREEN, 28/11/2014

The Haunting Green

Trieste, Tetris. Organizza iscream4icecream.

Piove, più o meno, ma ai triestini batte bene questo venerdì. Paolo Benvegnù all’Etnoblog, Naga e Haunting Green al Tetris. Come sempre scelgo il Male Maggiore e vado a beccarmi due gruppi che tra l’altro abbiamo recensito e intervistato. La gente arriva, ci sono facce vecchie e nuove. Non un pienone, ma direi una serata riuscita se consideriamo l’effettiva visibilità di chi performa.

Iniziano i quasi locals Haunting Green, batteria da un lato, chitarra/voce/tastiere-effetti dall’altro. Non percepisco grosse differenze tra quanto sentito su disco e dal vivo. Sono quasi del tutto strumentali e l’impostazione che hanno è (prendiamola con le pinze) ambient/post-rock, ispessita con passaggi doom/post-core (le brevi esplosioni voce più chitarra che mi fanno sempre pensare, con le dovute proporzioni, a Panopticon degli Isis). Rimango dell’opinione che siano un buon gruppo e che abbiano in tasca pezzi validi. La batteria mi sembra già ok, con sfumature quasi rituali che nei mesi scorsi m’erano sfuggite, manca solo ancora un po’ di forza nel resto del suono, che deve scavare ancora più dentro dentro nelle parti atmosferiche e buttare la gente per terra nei brevi sfoghi di cui sopra. Io sto con loro.

NAGA

Pausa corta, centesima birra e tocca ai tre Naga, che affrontano un paio di problemi tecnici della chitarra con tipica flemma campano-doom. Qui si ragiona in termini molto essenziali: volume, impatto e caligine. Non bisogna però fermarsi in superficie: se si guarda proprio il chitarrista, si vede come riesca sottotraccia a inserire melodie e dissonanze nient’affatto scontate, il che impedisce di definire il gruppo come un banale clone di nomi più grossi o l’ennesima declinazione inutile di un genere molto sfruttato in questi anni. Chiaramente, però, è venerdì, la settimana di merda per molti finisce adesso e si gode soprattutto con le mazzate e con un quantitativo il più possibile criminale di decibel, due cose che i Naga sembrano essersi portati appresso in un furgone a parte. Alla fine, fuori a fumare nell’umido più ridicolo, due miei amici dicono “Yob” senza essersi messi d’accordo. Non so quanto piaccia questo ai Naga, ma io lo butto sul tavolo per dare a tutti una chiave di lettura in più.

Bravi quelli di iscream4icecream a organizzare l’evento, intercettando due gruppi italiani che nel 2014 hanno sul serio avuto qualcosa da dire con la musica che piace a noi, così come del resto sono stati intelligenti la settimana scorsa quelli di Moshpit a chiamare la coppia Nero Di Marte/Void Of Sleep, così che a novembre una città piccola e fuori dalle rotte ha potuto capire un po’ meglio che succede nel resto del Paese in ambito pesante/estremo.

 Naga