N-PROLENTA, A Love Story 4 @deezius, neo, chuk, e, milkleaves, angel, ISIS, + every1else…. and most of all MY DAMN SELF

prolenta

Uno degli obiettivi di questo progetto era quello di usare iconografie legate al complesso del neoliberismo tecnologico (pensiamo a cose come i QR code, gli NFC tag, ecc…) in un modo che mi permetta di mettere in discussione più profondamente il mio ruolo di cyborg economico, dato che tutta la mia razza viene dal commercio transoceanico di schiavi, dal passaggio intermedio e dagli eventi che ne sono seguiti

Non potrebbe essere più chiara l’adesione di Brandon Covington Sam-Sumana (alias N-Prolenta da Fayetteville) a un’estetica di tipo “accelerazionista”, centrata cioè su quelle teorie di recente formulazione che propugnano il superamento del sistema neocapitalista attraverso modalità connaturate al sistema stesso. Senza addentrarci troppo in gineprai filosofico-economici e soprattutto senza formulare giudizi sulla bontà di tali strategie di lotta al capitale, ci limitiamo a constatare come quest’elettronica in alta definizione che viaggia sulla scia di musicisti come Rabit (la cui etichetta, Halcyon Veil, ha pubblicato l’esordio di N-Prolenta), M.E.S.H. e Lotic si stia ormai muovendo su rotte molteplici, conducendo a esiti anche molto distanti l’uno dall’altro. Fino ad ora la tendenza a voler utilizzare sonorità forzatamente algide e inoffensive ha portato quasi sempre a tagliare fuori ogni riferimento al campo delle emozioni, dei sentimenti: le cinque tracce di questo disco, al contrario, sembrano andare in una direzione diversa, coinvolgendo nel discorso i rapporti umani. Mi sentirei persino di dire che vi si percepisce del calore. Dalla materia sonora deformata come da copione, schiacciata, fatta a fette, glitchata, emerge in maniera chiara un’ossatura soul e r&b che rende questo un lavoro molto peculiare pur aderendo ad un’estetica ormai ben connotata. Il suono di N-Prolenta è metropolitano in tutta la sua stridente complessità, è frammentato, criptico nell’elaborazione di significati, si alimenta di cascame digitale, eppure è frutto di un’umanità che esce allo scoperto brandendo la propria precarietà esistenziale come un’arma, mettendo in scena la propria vulnerabilità di fronte ai sistemi di potere neocapitalista.

A Love Story 4 @deezius, neo, chuk, e, milkleaves, angel, ISIS, + every1else…. and most of all MY DAMN SELF, questo l’arzigogolato titolo del disco, è stato pubblicato da Purple Tape Pedigree, giovane ed interessantissima etichetta/collettivo di base a New York, e può essere considerato come parte di un progetto/performance intitolato “Black Hydra’s Discharge Springs Forth Errantly From Her Many Mouths”.