MORGENGRUSS, Morgengruss

MORGENGRUSS, Morgengruss

Morgengruss nasce come lavoro solista su cui vanno a innestarsi amici e ospiti che, piano piano, danno vita a un corpo collettivo che si nutre di folk, atmosfere notturne e sonorità espanse. Il tutto è messo al servizio di composizioni dai toni caldi, una sorta di coperta di Linus in cui avvolgersi per lasciarsi andare a un viaggio mentale. Si direbbe un percorso iniziatico tanto il mood del tutto assume un forte taglio spirituale, quasi sciamanico. Giusto per dare delle coordinate, si potrebbe pensare a un incontro tra alcuni progetti di casa Neurot e gli Earth, con una strizzata d’occhio alla psichedelia cosmica (non a caso il nome del progetto chiama in causa direttamente un brano dei Popol Vuh). Si tratterebbe comunque di un’approssimazione che non colpirebbe il nucleo di un disco che riesce a comunicare emozioni e si stacca da molte proposte simili proprio grazie alla scelta degli strumenti e del loro interagire, come i fiati che donano un tocco malinconico e vanno a rappresentare la ciliegina sulla torta di brani incentrati sulla voce e la chitarra del loro ideatore Marco Paddeu. Se in molti casi il formalismo e una certa “posa” finiscono per lasciare l’amaro in bocca e inficiano questo tipo di traiettorie, Morgengruss, invece, si fa apprezzare proprio per la capacità di instaurare un dialogo con l’ascoltatore, di mostrare comunque la profonda umanità dei colori con cui le composizioni vengono tratteggiate lungo il pentagramma, di imprimere nei solchi quel momento in cui il cielo si tinge di rosso e le prime ombre vanno a ricoprire tutto di una patina impalpabile di oscurità. L’utilizzo di metafore non è del resto un tentativo di chi scrive per lasciarsi andare a voli pindarici o cavarsela con la facile scappatoia del rimando ad altre forme espressive. Piuttosto, è  il frutto dell’encomiabile abilità dei musicisti coinvolti nel creare una musica che la mente trasforma subito in rappresentazioni pittoriche vivide e ricche di dettagli. Se questo tipo di sonorità rientra nel vostro range di ascolti, non possiamo che consigliarvi un giro tra le pieghe di un album, tanto a fuoco quanto affascinante proprio per il suo offrirsi nudo e privo di pretenziosità. Nota a margine: merita una menzione anche l’artwork realizzato dalla fotografa americana Alison Scarpulla, che ha già collaborato con Wolves In The Throne Room e Master Musicians Of Bukkake, segno dell’attenzione che Paddeu ha riposto nel curare ogni aspetto di Morgengruss.