MONTANA, La Stagione Ostile [+ full album stream]

Ci occupiamo oggi di un altro nome cui siamo legati e che abbiamo seguito sin dai primi passi, ovverosia dei Montana, che hanno di recente affrontato un ulteriore stravolgimento della line up, occasione per dare il via a un nuovo capitolo della loro esistenza fotografato all’interno del lavoro in uscita per To Lose La Track, Crapoulet Records e Sonatine Produzioni. Con la tempra tipica di chi vuole tener fede al suo nome a discapito delle proprie origine costiere, la band continua a sopravvivere a scossoni e intemperie, dalle quali sembra addirittura trarre linfa vitale per dare sempre il meglio di sé lungo un percorso che finora non ha mostrato cedimenti.

La Stagione Ostile è un disco energico e diretto, hardcore punk nell’anima ma poco legato a stereotipi stilistici o di genere, proprio perché oltremodo ruvido e scontroso pur nella sua voglia di comunicare (è stato accantonato anche il piglio rock’n’roll per cercare un suono che parta dal punk e lo attualizzi con la odierna capacità di miscelare e contaminarsi). Non si tratta insomma di un disco ostico o poco adatto alla condivisione, al contrario entra in testa sin dal primo ascolto e arriva al punto senza incartarsi o chiudersi in sé stesso, lascia da parte ogni atteggiamento da amicone e preferisce ingenerare simpatia intesa come comunanza di emozioni. I testi, altro punto di forza de La Stagione Ostile, parlano di rapporti interpersonali e di dinamiche comportamentali legate ad amicizia, fiducia e in genere società intesa come insieme di individui costretti a interagire, il tutto al netto di slogan e frasi fatte, bensì con l’approccio peculiare che da sempre contraddistingue la scrittura di Fra e permette ai suoi testi di trattare temi importanti con un taglio mai banale. Non a caso trova collocazione perfetta tra le sue parole il discorso sulla speranza tratto da un’intervista a Mario Monicelli, in cui la stessa è definita un trappola dei padroni cui si deve sfuggire. Interessante, infine, la rilettura di un brano dei Butthole Surfers (“Gufi”, originariamente “Goofy’s Concern”), proprio per il suo essere al contempo distante eppure perfettamente compatibile con l’approccio iconoclasta e non allineato dei Montana. Di carne al fuoco, come avrete capito, ce n’è molta, ma non vogliamo togliervi il gusto di individuare da soli le molte sfumature di un album che riesce ad apparire semplice e diretto pur nel suo contenere una moltitudine di spunti e indizi da scoprire ascolto dopo ascolto. Bentornati ancora una volta.