MONSTER MAGNET, 18/2/2020

Dave Wyndorf
Dave Wyndorf

Trezzo sull’Adda, Live Music Club. Foto di Francesca De Franceschi Manzoni.

Quando Dave Wyndorf ha cantato il ritornello di “Powertrip” (I’m never gonna work another day in my life, The gods told me to relax…), mentre sul fondale del palco venivano proiettati disegni di Jack Kirby, mi si sono spalancate le famose porte della conoscenza decantate dal nostro adorato William Blake (Se le porte della percezione fossero sgombrate, ogni cosa apparirebbe com’è, infinita). Il palco del Live di Trezzo si è inondato di luce, sono tornato indietro di decenni e mi sono ritrovato a godere della musica che i Monster Magnet ci regalano dall’ormai lontano 1989.
Precursori di tanti generi e grande influenza per tanti gruppi, già con l’ep Tab 25 avevano saputo creare qualcosa di avanguardistico con un brano di 32 minuti (ok, lo avevano già fatto in tanti, tra cui i Pink Floyd con “Echoes”… ma facciamo come Achille Lauro, senza potermi e nemmeno volermi permettere i vestiti di Gucci: freghiamocene…) che aveva la capacità di farti volare se, durante l’ascolto, ti si fossero chiusi per sbaglio gli occhi per più di 2 secondi.
Il trittico Spine Of God,Superjudge e Dopes To Infinity era pura droga musicale, dischi che facevano paura tanto erano capaci di trascinarti fuori dalla realtà.
Anche da sobri.
Soprattutto da sobri, anzi…
E all’interno della copertina di Spine Of God capeggiava una delle frasi più mitiche di tutti i tempi: It’s a satanic drug thing, you wouldn’t understand.
Ed effettivamente era così.

Monster Magnet
Monster Magnet

Questa non è la recensione di un concerto, è un elogio ad un personaggio che ha sempre lottato per essere se stesso e fare l’unica cosa che gli è riuscita benissimo: creare musica.
Dave Wyndorf è una fenice, è rinato più volte e alla veneranda età di 63 anni è ancora lì a tenere in mano il pubblico e i suoi Monster Magnet, a spazzare via  tante, tante band senz’anima che invadono le nostre orecchie ogni giorno, senza essere più capaci di inventare nulla.
La serata al Live di Trezzo è stata una festa, il pubblico felice ha trasmesso una forza incredibile alla band che ha ricambiato e trascinato tutti in un’ atmosfera davvero diversa, intrisa di entusiasmo, passione e amore per quella dea meravigliosa che è la musica. Non c’è stato un attimo di tregua, le canzoni sono scivolate una nell’altra, Dave Wyndorf con il suo atteggiamento istrionico e la sua voce unica ha chiamato a sé il pubblico come un profeta psichedelico, ha fatto tornare tutti indietro negli anni per poi proiettarli in un presente in cui il rock sembrerebbe stare veramente bene.
Almeno per una sera, dai, crediamoci.
Niente cliché, niente travestimenti, niente personaggi creati a tavolino, niente musi lunghi che vanno tanto di moda oggi, niente pezzi che devono essere fatti in un certo modo e niente suoni preconfezionati… solo esclusivamente e “sinceramente” Monster Magnet.

A fine concerto, mentre la band è in sala a bere birra coi fan, passa una ragazza del locale a chiedere ai pochi rimasti se vogliono andare nel backstage a farsi fotografare con Mr Wyndorf… è davvero una festa e ti riempie il cuore sapere che ci sono ancora gruppi che sanno che se sei su un palco a suonare lo devi alle persone che ti vengono a vedere.
E mentre esco per tornare a casa, l’unica cosa che mi viene da pensare è che mi piacerebbe arrivare a 63 anni con la stessa grinta di quel signore coi baffi a manubrio e il naso all’insù che ha ipnotizzato il pubblico per un’ora e mezza.
I capelli me li lascio grigi, però…