MONACHUS

Monachus

Below è un disco che rispecchia appieno i Monachus, è sincero e appassionato, proprio come la formazione svedese, che antepone il suonare ciò che ama alla ricerca dell’originalità a tutti i costi, l’amicizia agli affari e la necessità di dedicare il giusto tempo alla famiglia all’imbarcarsi in lunghi tour. Piaccia o meno, molto spesso, questo vale più di mille proclami altisonanti o hype da social network.

Vi va di presentare i Monachus ai nostri lettori? Che mi dici dei primi tempi come Icos?

Oskar: I Monachus si sono formati nel 2009 e i membri attuali sono Erik, chitarra, voce, tastiere e paesaggi sonori sui dischi (nonché mio fratello), David, batteria, voce e campionatore e infine io, Oskar, basso e voce, tastiere e paesaggi sonori. Seguo anche le registrazioni e la produzione degli album. Facciamo base a Gothenburg, ma Erik è vissuto altrove per molti anni.

Io e Erik abbiamo iniziato con gli Icos, quando ci siamo trasferiti a Gothenburg nel 2001, insieme al nostro caro amico Martin. Abbiamo realizzato due album e suonato centinaia di show in giro per l’Europa, finché a fine 2008 non siamo giunti ad un bivio. Erik (il batterista degli Icos) ha deciso di lasciare la band mentre io, mio fratello Erik e Martin abbiamo deciso di continuare a suonare. Nel 2009 abbiamo trasformato la band nei Monachus, in concomitanza con l’uscita di un pezzo sulla compilation Falling Down II, dando così inizio ad una nuova epoca. David ci ha raggiunto come membro permanente poco dopo e con questa formazione abbiamo registrato il nostro primo disco. Dall’autunno del 2011 siamo un trio, dato che Martin ha dovuto abbandonare la band per motivi personali.

Il vostro ultimo album è uscito per Alerta Antifascista e avete partecipato all’ultimo Deathfest organizzato dalla label insieme ad altre ottime band. Tra loro anche i Light Bearer, il cui cantante Alex ha realizzato l’artwork per Below. Siete anche saliti sul palco durante il loro set insieme a Michele dei Gottesmorder per il gran finale del festival. Non bastasse, di recente siete stati in tour proprio con Light Bearer e gli Orhorho, la nuova band di Michele. Dà quasi più l’idea di un gruppo di amici, piuttosto che del classico giro label/band coinvolte, mi sbaglio?

Credo lo sia, in fondo per noi è l’unico modo per fare le cose. Impegniamo un numero infinito di ore di duro lavoro e dedizione nella band, il che apparirebbe come un’enorme perdita di tempo se gli elementi intorno (label, band con cui andare in tour) fossero legati dal mero interesse economico. In questo modo, invece, siamo sicuri che tutti gli aspetti legati a ciò che facciamo siano trattati con lo stesso amore e la nostra stessa passione. Sono anche convinto che le persone che hai citato la pensino esattamente come noi. Abbiamo lavorato con Timo (Alerta Antifascista) dal 2005 e conosciamo Alex da quando siamo stati in tour con la sua vecchia band nel 2008. Siamo comunque sempre alla ricerca di nuove persone con cui collaborare…

Restiamo concentrati su Below e sul suo artwork, come è nato e come si lega ai brani, c’è un legame tra i vari elementi del disco?

In realtà, no. Quando le canzoni erano pronte e registrate come demo, le abbiamo inviate ad Alex insieme ai testi. Lui le ha ascoltate e ha creato l’intero artwork da solo. Quando ce lo ha spedito in forma di idee grezze siamo davvero impazziti. Si adatta perfettamente alla musica e sono impressionato dal fatto che la sua interpretazione aderisca così bene a noi. I testi non seguono un concept definito, abbiamo sempre scritto le lyrics su cose che toccano le nostre vite personali e le nostre esperienze, quindi l’unico aspetto che le lega è che si basano su due fratelli, sulle loro emozioni e sui loro pensieri.

Avete scelto di comporre solo quattro tracce lunghe abbastanza da permettervi di muovervi in libertà e di incorporare al loro interno molti umori differenti e variazioni. Esiste una ragione simile per questa scelta? Possiamo individuare in ciò un legame con la scena psichedelica a cavallo tra Sessanta e Settanta?

Monachus è tutto basato su umori e sensazioni. Abbiamo provato a condurre l’ascoltatore in un viaggio, in uno stato mentale nascosto. Il nostro obbiettivo è quello di evocare sensazioni in chi ci ascolta. Siano le stesse che proviamo noi o qualcosa di completamente differente. Tanto più vorrai realmente ascoltare l’album, tanto più verrai risucchiato al suo interno. C’è un premio per chi ha la volontà di dedicare il tempo necessario al disco. Quindi direi di sì, condividiamo un sacco di idee e visioni con la scena psichedelica.

Monachus

Come vi siete mossi durante il processo creativo? C’è qualcuno che si occupa della struttura dei brani che poi rifinite in sala prove o, piuttosto, si tratta di lunghe jam da cui partite per sviluppare il tutto?

Varia molto, il più delle volte è il risultato di lunghe jam che tentiamo di distillare in forme più malleabili. Ma ci sono anche casi in cui qualcuno si presenta con un riff o un’idea e l’intera canzone si sviluppa attorno a quella. Resta comunque sempre il risultato di un lavoro comune, mai di una singola persona.

Nella mia recensione ho sottolineato come la vostra musica sia in grado di trasmettere sensazioni ed emozioni, quasi che il songwriting fosse focalizzato principalmente sulla voglia di condivisione con l’ascoltatore. Sono lontano dal vero?

Hai perfettamente ragione! Come ti ho detto prima, questo è il fulcro centrale della band. Vogliamo che la nostra musica significhi per te quanto per noi. Vogliamo che abbia un senso di gratificazione una volta che gli hai dedicato abbastanza tempo per lasciarla entrare in te. Si spera che le persone provino tutte le emozioni che avremmo voluto condividere, così da creare un legame spirituale in grado di unirci.

Una cosa che amo di Below è la ricchezza dei dettagli, l’attenzione che avete posto alle sfumature così da costruire un insieme armonioso. È stato difficile bilanciare questo aspetto con il lato emotivo della vostra musica?

Ottima domanda. Non ci ho mai pensato in questo modo. In genere costruiamo uno scheletro, un abbozzo che proviamo a riempire con i dettagli necessari per rafforzare il mood e lo spirito del brano. Poniamo molta attenzione alla sequenza e alle tempistiche, sia nell’album sia nelle singole canzoni. Mi sento onorato dal fatto che tu te ne sia accorto.

Qualcuno potrebbe dire che la fusione tra metal, hardcore e post-rock sia arrivata al punto di dover cercare nuove vie per non ristagnare e mantenere integra la sua vitalità. Mi piacerebbe sapere che ne pensate e se avete mai sentito il bisogno di forzare il vostro songwriting per cercare nuove soluzioni…

Non abbiamo mai permesso a noi stessi di forzare qualche aspetto della nostra musica. Ci sono molte band che suonano musica lenta e pesante, ma questo vuol dire solo che dobbiamo andare più a fondo e non che dobbiamo provare qualcosa di nuovo. Ci piacciono la buona musica e la buona arte e questo è ciò su cui ci concentriamo con questa band. Finché ci sarà chi scrive musica che significa qualcosa in primis per lui, ci saranno band interessanti. Se la musica, non importa di quale genere, ristagna o perde di vitalità, ciò succede perché chi c’è dietro non lo fa per amore della musica. Credo sia solo un suo problema e che non durerà a lungo.

Che mi dite dell’attività live? Vi piace andarvene in giro e toccare posti differenti o preferite starvene in studio a comporre nuova musica?

Amiamo suonare dal vivo! Ci piace viaggiare e conoscere nuova gente e nuove band. Ma abbiamo tutti famiglie e bambini, quindi starcene lontani non è facile e richiede molto studio e preparazione. Abbiamo sette figli in tre, per cui c’è davvero molto nelle nostre vite oltre alla band. Proviamo a essere i genitori migliori che possiamo, per cui starcene via a lungo in tour deve al momento non è previsto. Siamo stati fuori per alcuni tour di una settimana da quando abbiamo iniziato con i Monachus e questo è il tipo di viaggi che possiamo affrontare ora come ora.

Vi va di parlarci dei vostri ascolti e della vostra scena locale? C’è qualche nome interessante che dovremmo cercare?

La scena a Gothenburg è fantastica. Ci sono un sacco di gruppi  interessanti e alcuni posti dove suonare dal vivo. Ci sono parecchie band famose che molti di voi già conosceranno, ma alcuni nomi da segnalare sono: The Bitter Sick And Die Alones (amazing bluesy indie duo), Walk Through Fire (crushingly heavy sludge), Fucktards (crazy fast hardcore punk), We Live In Trenches (ugly old people making ugly noise), Agrimonia (heavy crushing metal crust).

C’è qualche possibilità di vedervi in Italia nei prossimi mesi?

Mi spiace ma non a breve. Il nostro prossimo tour sarà a metà 2014. Ci piacerebbe suonare in Austria, Svizzera e Italia, magari riusciamo a realizzarlo.

Grazie mille per il vostro tempo, vi lascio liberi di finire questa chiacchierata come meglio preferite.

Grazie a voi per il supporto e l’interesse, significa davvero molto per noi. Speriamo di visitare l’Italia nel prossimo futuro.