MEZZ GACANO & SELF-STANDING OVATION BOSKÀUZ ENSEMBLE, Kinderheim

MEZZ GACANO & SELF-STANDING OVATION BOSKÀUZ ENSEMBLE, Kinderheim

Resoconto di una chiacchierata minima con Mezz Gacano.

Diciassette tracce che si mostrano come brevi frammenti compositivi, nei quali si alternano corpi armonici complessi e soprattutto arrangiati magistralmente da Mezz Gacano (Davide Mezzatesta), autore, chitarrista, polistrumentista. La sua è una scrittura che scompone, ritaglia un disegno operistico monumentale e lo sparpaglia sulla linea del tempo così da ricomporre una visione d’insieme caotica ma fluida, apparentemente casuale; un nastro fatto di lampi armonici mirabolanti, orchestrazioni classiche raffinatissime e contrappunti di memoria dadaista. Memoria che Mezz possiede e utilizza senza forzature, con una leggerezza che rende questo disco fruibile nonostante sia articolato e, come dice lo stesso Mezz, ripercorra più di vent’anni di musica pensata e scritta per il Self-Standing Ovation Boskàuz Ensemble, quindi di matrice punk rock rielaborata in chiave orchestrale e cameristica. Kinderheim dev’essere “letto” come un percorso al contrario, dal post-moderno al classico, dai linguaggi contemporanei all’avanguardia più limpida. Kinderheim è anche un processo creativo originalissimo nel quale una Sicilia assolata e vivida di “ormai giovani” musicisti come Mezz si confronta con una realtà fulgida come Almendra Music di Palermo, mettendola in relazione diretta attiva con la trevigiana Lizard Records. Kinderheim è il racconto di un intreccio fecondo tra queste due etichette molto differenti tra loro ma con un tratto comune, quello del ribaltamento dei canoni e degli stereotipi della musica di consumo. Mezz collabora con la Lizard Records di Loris Furlan ormai dal 2016, quando arriva alle stampe Forka, il suo quarto disco, possente ma più connotato, appunto, verso quell’alveo di sperimentazione in stile Lizard Records. Sia chiaro, lo è anche quest’ultimo album, ma la sapienza compositiva e l’approccio libero ne fanno un qualcosa di memorabile, che più di altri restituisce la potenza e l’arditezza di un incontro tra due mondi così diversi e per tanti aspetti lontani. I riferimenti che lo stesso Mezz Gacano elenca sono tra i più disparati e restituiscono l’immagine di un musicista e compositore dalla sensibilità poliedrica, con una fame onnivora. Si spazia dal compositore argentino Mauricio Kagel al britannico Cardew, da Harry Partch ai giapponesi Boredoms, sino ad arrivare agli Stormy Six. Ascoltando Kinderheim è però facile individuare anche una certa linea d’espressione che discende direttamente dall’esperienza più autentica del Progressivo storico.

Davide (Mezz), parlando di questo disco, racconta di una revisione continua dei brani attraverso una sorta di limatura costante, un giornaliero aggiustamento della grammatica, della sintassi. Parla delle difficoltà legate alla complessità della partitura per orchestra e della difficile trasposizione live, per un ensemble di 4/5 musicisti. Direi che quest’attenzione compulsiva, quasi zelante per la scrittura è la cifra stilistica che segna la differenza con certo materiale appartenente al panorama progressivo italiano. Kinderheim è un disco superiore alla media anche a livello di pre/post-produzione: tutto, dalla scrittura alle riprese, dal missaggio al packaging, rivela una cura artigianale d’altri tempi. In ambito indipendente spesso ci si trova davanti a lavori che da uno o più lati risultano carenti o addirittura modesti. Kinderheim, invece, si presenta come un’opera completa in cui le articolazioni di frequenze tramano tessuti sonori brevi ma corposi, cangianti e arditi.

È difficile incasellare Mezz e lo è ancor di più circoscrivere Kinderheim in una qualche etichettatura. Io credo che Davide parli di uno smarrimento focale dove non esiste più un indirizzo sicuro e consolidato verso cui tendere e lo fa con l’ironia dissacrante dei “geniacci”, incurante del nozionismo ma con proiezioni tecniche notevoli, lontano dalle convenzioni e soprattutto in modo assolutamente autonomo.

L’ensemble che ha registrato il disco è composto da Lavinia Garlisi, Dario Compagna, Beppe Viola, Roberta Miano, Mauro Greco, Ornella Cerniglia, Gianmartino della Delizia, Davide Pendino, Francesco Tavormina, Luca La Russa, Simone Sfameli, gli special guest sono Tommaso Leddi (Stormy Six), Gianni Gebbia, Giovanni Di Giandomenico, Giorgio Trombino (Furious Georgie, Haemophagus, Elevators to the Grateful Sky, The Smuggler Brothers), Ruhi Nokoda, Marco Monterosso (La Banda di Palermo, Airfish), Yu Suwon, Valerio Mirone e Simone Giuffrida (Utveggi), Lucio Villanti, Danilo Romancino, N’Hash e Naiupoche.