METALIZED MAN, Losing Your Virginity: Metalized Boy’s First Adventures in Manhood

Come si deduce dal titolo, questo è un mezzo debutto per il danese Lasse Bjørck Volkmann, tra l’altro per una realtà che a sua volta sta muovendo i primi passi, cioè la berlinese Foul-Up.

Il nome dell’etichetta e la descrizione che essa stessa dà di sé suggeriscono una preferenza per l’errore, l’imperfetto e l’inaspettato, nulla che in ambito cosiddetto elettronico non sia stato esplorato da più persone, difatti i primi minuti d’ascolto fanno affiorare Autechre, il glitch e Grischa Lichtenberger. Il comunicato stampa sottolinea come ci sia un approccio live alla materia, forse non a torto, dato che mancano le derive cerebrali dei nomi e dei generi appena tirati in ballo e perché alla fin fine c’è molta più sporcizia rispetto a quanto si potrebbe immaginare. Questo, a grandi linee, è il lato A del vinile. Sul lato B non male decisamente “Feints Forward”, buia e molto tesa, basata su di un loop percussivo creato chissà come e su pochi, altri elementi. Un’essenzialità che torna nella successiva, breve “Floating Seeds”, caratterizzata da un bordone violaceo e poco altro, ma perfetta per qualche “Alien”. Twist ending con Flesh Lamps and Hover Boards, che inizia con un battito lineare quasi da club, utilizzato sempre in un contesto piuttosto lo-fi, ma poi muta in qualcosa di difficile descrizione, come se la discoteca sparisse e fosse sostituita da un luogo astratto e pericoloso.

A fine corsa l’impressione è che Lasse abbia qualcosa da dire. Troppo presto comunque per esaltarsi, ma attenzione a non sottovalutarlo.