MATTEO UGGERI – LUCA MAURI – FRANCESCO GIANNICO, Pagetos

Pagetos dovrebbe essere l’ultimo capitolo di una serie di collaborazioni che Matteo Uggeri (Hue, Sparkle In Grey) ha messo in piedi negli anni (iniziò addirittura con Maurizio Bianchi) per creare musica intorno agli incroci tra i 4 elementi. Pagetos è quello tra terra e acqua, la brina per la precisione. Questa volta tocca a Luca Mauri (una volta chitarrista degli eccezionali I/O, che fecero un ottimo disco per Ebria Records qualche anno fa, e oggi nei Luminance Ratio assieme a Ferraris, Aprile e Sigurtà) e a Francesco Giannico, che chi segue questo genere di uscite conoscerà soprattutto come musicista elettronico, ma che qui ha contribuito coi suoni del pianoforte. Come accade sempre più spesso quando più soggetti della nebulosa ambient/sperimentale italiana collaborano, salta fuori un disco solido e sorprendente. Da tracklist, la storia parte alle cinque del mattino: sta per farsi tutto più chiaro e fa freddo anche se non nevica più. Le sensazioni che si provano sono ambigue, tra malinconia e meraviglia di fronte al paesaggio. La chitarra di Mauri qui si direbbe anzitutto declinata secondo esigenze ambient ed è il letto dove scorrono il piano (filtrato? Trattato?) di Francesco, minimale e piuttosto triste, e – a seconda della traccia – un violino, sample di violoncello, una tromba, cimbali e i field-recordings di Uggeri, che contribuiscono a “sceneggiare”, assieme alla cover, il disco. Pagetos è qualcosa che potrebbe stare nel catalogo della Type e – quanto a struggimento – farebbe invidia a Leyland Kirby e al Tim Hecker di Dropped Pianos. Questo, come si sa, non vuol dire che uscire per Boring Machines sia meno importante.