Martin Bisi

Martin Bisi, foto di Joan Hacker

Quello di Martin Bisi è un nome che magari sarà sfuggito ai meno attenti, quando invece parliamo di un personaggio di prima grandezza e in grado di unire i più importanti fermenti musicali nella Grande Mela, dalla no wave alla scena noise, dal rap alle pulsioni sperimentali più innovative e radicali. Ciò che fa la differenza è la sua decisione di posizionarsi al banco di regia nel suo studio di registrazione e agire sul suono da dietro le quinte. Così, tra un disco e un altro su cui ha apposto la sua firma e su cui ha trasferito l’enorme bagaglio di esperienze accumulate, si è arrivati ai 35 anni di attività, ricorrenza celebrata con un album che fotografa le celebrazioni con parterre di ospiti d’eccezione chiamati a interagire e combinarsi in differenti line up. In parole povere, una sorta di dream team della scena newyorkese, il cui diario di bordo è stato ospitato su disco dall’italiana Bronson Recordings. Martin Bisi è in Italia con la sua band: lo vedremo il 22 al Bronson, il 23 allo Scumm di Pescara e il 24 all’Offsetfest di Torino. L’occasione era ghiotta per approfondire e ripercorrere insieme la sua lunga carriera, per cui abbiamo deciso di contattarlo e scambiarci quattro chiacchiere. Buona lettura

Iniziamo dal passato e dalla storia del BC Studio. Trentacinque anni di attività e l’abilità di dare un sound appropriato e una voce a tanti artisti e musicisti, molti unici e influenti. Ricordi oggi com’è iniziato tutto e cosa ti ha convinto a mettere su lo studio?

Martin Bisi: È iniziato lentamente. Avevo aiutato Bill Laswell coi suoi Material prima che prendessimo uno spazio come studio collettivamente. Ci sono voluti un po’ di anni prima che io pensassi che potesse essere una cosa di lungo termine. L’idea è stata sempre quella di occuparci di generi diversi tra loro e di essere seri.

Di cosa hai bisogno quando lavori sui dischi?

Principalmente ho bisogno di comunicare bene con gli artisti e di avere da parte loro la disponibilità a lavorare in modo paziente e a stare attenti a ottenere suoni che siano unici.

Quali sono secondo te le reali differenze tra digitale e analogico, tra un’era e l’altra? Le cose sono peggiorate, come dice qualcuno, o la magia è ancora lì, solo in forma diversa?

Beh, penso di essere ancora davvero nel mezzo delle due ere. Sento che in questo momento sto facendo il mio lavoro migliore, in termini di missaggio come in generale coi suoni. Ma è difficile capire come tutti i fattori influenzino i risultati, incluso il discorso che tutti lavoriamo più velocemente, il che forse non è qualcosa di buono.

La tua attività col BC studio si è legata ad alcune delle scene più importanti nate negli scorsi anni, dalla no wave al rap, dal noise rock all’avantgarde. Quindi sei proprio un eccezionale testimone oculare a cui chiedere qualcosa sull’attuale stato dell’arte e su cosa succede oggi. Dopo così tanti momenti importanti che hai potuto vivere, c’è ancora qualcosa che ti dà il brivido o che attira il tuo interesse?

Sono tempi duri: non ci sono molti nuovi movimenti, se non nessuno. E questo non lo puoi controllare. Sento, come tutti gli altri, che faccio riferimento al passato, ma il passato era buono…

Hai fatto squadra con Bronson Recordings per festeggiare il trentacinquesimo anno dello studio, anniversario molto importante. Come siete entrati in contatto e cosa c’è dietro questo modo così unico e speciale di celebrare il BC Studio? Ti ricordi come è nata la cosa?

Trovare Bronson è stato in qualche modo casuale. Stavo ricevendo un sacco di risposte positive e di supporto da etichette negli Stati Uniti, quindi ho insistito, ma nessuno alla fine ci stava a fare il disco. Quindi a un certo punto ho guardato all’Europa… ho trovato velocemente Bronson perché aveva uscite interessanti.

BC35 può esser vista come un’incredibile opportunità di sentire nello stesso album artisti provenienti da esperienze diverse, che parlano linguaggi diversi da Swans a Foetus, da Cop Shoot Cop a Insect Ark, da Alice Donut a White Hills… solo per fare alcuni nomi, ma si potrebbe andare avanti a lungo con l’elenco. Come hai gestito tutte queste personalità così forti? È stato difficile portarle a bordo?

È stato utile che sia successo tutto a gennaio, quindi nessuno era in tour. Quasi tutti quelli a cui ho chiesto di venire hanno detto che ci stavano, tutto questo ha fatto suonare il disco easy e divertente.

C’è qualcuno che manca per qualche motivo e che tu avresti voluto fosse presente?

Sì, John Zorn e Bill Laswell.

Che mi dici della due giorni di performance da cui nasce il disco e del pubblico speciale coinvolto? Se non mi sbaglio una delle tracce vede anche l’audience prendervi parte…

Sì, c’è stata partecipazione del pubblico alla canzone con JG Thirlwell e Dana Schechter, avvenimento del tutto spontaneo. L’audience era composta da altri miei clienti e gente che conoscevamo della scena. Era un evento semi-privato.

Mi intriga molto la reunion dei Live Skull a nome New Old Skull. Reunion o giusto toccata e fuga per il compleanno dello studio? Stessa domanda per gli Alice Donut.

Con tutta probabilità non ci sara più nulla a nome Alice Donut, come minimo non ora.
I Live Skull faranno qualcosa, non so con quale nome (originale o New Old Skull). La registrazione di BC35 ha scatenato qualcosa, anche se doveva essere un evento unico. Hanno suonato pure al release show newyorkese di BC35, ed è stato davvero grandioso.

Cosa ci dici della band che suona con te in questo tour? Diego e Oliver sono con te da un po’ e suonano anche sull’album BC35, giusto? Ce li puoi presentare e anticipare qualcosa sui set?

Oliver Rivera-Drew viveva a Brooklyn e ho registrato una delle band che ha avuto lì, i Susu. Quindi avevamo già familizzato.
Diego è italiano e vive a Berlino, e stava in un paio di band berlinesi con Oliver. Da qui nasce la collaborazione.
Diego e Oliver sono venuti a New York per il weekend dell’anniversario, e hanno suonato con uno dei compagni di Oliver nei Susu, Andrea Havis. E noi suoneremo una delle canzoni che hanno fatto, “His Word Against Mine”. Incorporeremo alcuni dei suoni dell’album BC35, tramite sampler.

Per quanto riguarda il futuro? Stai già lavorando a nuovi progetti? Che cosa succederà nei prossimi 35 anni?

Beh, da poco ho terminato gli album di Wrekmeister Harmonies e Upper Wilds, entrambi su Thrill Jockey Records.
E stiamo preparando un secondo capitolo di BC35, perché durante quel weekend è stata registrata tanta musica, quindi uscirà qualcosa la prossima primavera.