LAST AGONY, The Imminent Slaughter

Dopo due demo e un omonimo in sette pollici su Phobia Records, questo 7 maggio i canadesi Last Agony hanno pubblicato per Sentient Ruin il loro full length di debutto. Scatenandoci dentro tutte le loro visioni negative e strazianti di un mondo inquinato, si avvalgono di uno stile personale: una fusione di suoni grezzi della vecchia scuola, che parte dal punk hardcore degli anni Ottanta e si arricchisce di svariate soluzioni che vanno dal thrash al grindcore, al crust punk e al d-beat, lungo le orme di Anti Cimex e Napalm Death degli esordi. The Imminent Slaughter è un concentrato di caos uditivo che, in meno di una ventina di minuti, ci mette davanti a un magma apocalittico costruito su assalti grindcore primordiali, soluzioni thrash nei riff di chitarra e basso, voce pungente e blastbeat tecnico. Otto brani di noise / crust punk grezzo coi quali la band riesce a offrire una quantità elevata di attacchi veloci e brutali in un contesto di tumulto strumentale dove la voce vomita odio e veleno, accompagnata da blastbeat ciclico e scalpitante.

Con il primo singolo “Diabolism” abbiamo un vero e proprio assaggio dell’album grazie ad attacchi devastanti costruiti su riff barbarici, voce aggressiva e blastbeat tecnici e spietati. Anche con l’apripista “The Imminent Slaughter” i Last Agony mostrano i loro punti di forza: assalti spietati d-beat crust, verace versatilità e bravura nell’alternare passaggi groove e innesti grind senza perdere smalto. Forti di una buona produzione e della capacità di scrivere brani prettamente old school, in tracce come “Maniac” e “Hacked To Pieces” – dove si avvicendano riff thrash e assalti grindcore veloci e stimolanti – riescono, a mio avviso, a convincere proprio grazie ad un’efficace poliedricità.

Nient’altro da dire: se il punk hardcore/crust è nei vostri ascolti, non esitate a spingere il play, perché rimarrete, come me, ben impressionati.