L’ORDEGNO, S/t

Di primo acchito, i triestini L’Ordegno mi sono sembrati un ibrido tra i Tear Me Down e i Congegno. Hardcore vecchia scuola, tiratissimo, infuriato, con quella melodia accattivante, ideale per cantare con loro dal vivo, e quei cori così sentiti e partecipativi. In poche parole: onesto. Eh sì, perché questo gruppo è formato da gente onesta che crede in ciò che suona e pensa ciò che urla. I testi, infatti, sono molto politicizzati e giocano spesso su sottili metafore, per poi divampare in un fuoco atto a bruciare ciò che per L’Ordegno è ingiusto.
La voce è tagliente come una lama, spesso sforzata e sgraziata. In alcuni punti sembra che faccia fatica a seguire la musica e sia sul punto di spezzarsi, ma poi riprende con rinnovato vigore. Il suono è davvero ben fatto, con chitarre come coltelli e una sezione ritmica che si preoccupa di mantenere ben saldo il tutto. Un bel lavoro, magari non originale, ma terribilmente sentito. Di questi tempi non è affatto scontato…