L’OCEANO SOPRA, Kéreon

Vedere il mare davanti e sentirsi annegare
Toccare il fondo e comunque provare a nuotare
Senza più niente da perdere

Non ho mai visto dal vivo il faro di Kéreon, l’iconica struttura posta a guardia del tratto di mare all’estremità della Bretagna dove fortissime correnti e frequenti burrasche rendono la navigazione pericolosa. Ho però avuto il piacere di assistere alle travolgenti esibizioni dei L’Oceano Sopra e posso affermare questo: l’immagine di quella colonna di cemento, che regge da più di un secolo l’urto di impressionanti mareggiate e continua stoicamente ad indicare la via alle navi di passaggio, ben si presta a rappresentare il contenuto della loro seconda fatica, intitolata appunto Kéreon.

La musica di questi quattro ragazzi di Lodi narra di naufragi emotivi e della necessità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita, ma toglietevi dalla testa il concetto (ultimamente fin troppo abusato) di resilienza: nelle cinque tiratissime tracce che compongono il disco non troveremo alcun invito a reagire con un sorriso a tutta la merda che l’esistenza ci sbatte in faccia, bensì una sofferta accettazione delle ferite che tutti dobbiamo sopportare nella continua lotta contro le avversità e la solitudine sempre in agguato.

Per trasporre questo concetto in musica i L’Oceano Sopra confezionano un’efficace miscela di screamo, math-core e post-hardcore in cui riecheggiano influenze di band del calibro di Touché Amoré, Envy, Raein, Marnero e Converge. Se da un lato il motore del disco è l’irruenza tipica del punk, dall’altro questa si sposa con elaborati arrangiamenti e dinamiche fluide che impreziosiscono pezzi come “I Lupi ei Muri” e “Itaca”. La forte impronta emotiva del gruppo affiora dal cantato disperato di Stefano, che interpreta alla perfezione i poetici testi incentrati su tematiche psicologiche e relazionali.

Il risultato è un album in cui elementi apparentemente inconciliabili si amalgamano in un flusso di emozioni mutevoli, in particolare nella title-track, costantemente in bilico tra soffocanti ritmiche hardcore e le atmosfere più dilatate dei refrain, e nella tumultuosa “Governo L’Ombra”, in cui eleganti giri di basso ed esasperati riff di chitarra tessono trame intricate inseguendo la batteria scatenata.

Le tempeste sonore di “Le Nubi” chiudono l’opera dopo poco più di venticinque minuti, sufficienti a mettere in mostra tutto il bagaglio tecnico e le abilità compositive di cui i L’Oceano Sopra dispongono. Ad impressionare sono l’intensità e la passione che emergono da ogni brano, le stesse qualità con cui questa band porta avanti il proprio progetto tra innumerevoli ostacoli, un po’ come quel faro che resiste in mezzo a mille tempeste.