LNS & DJ SOTOFETT, Sputters

Il destino degli spazi un tempo dediti al ballo e al divertimento notturno continua a essere uno dei temi più interessanti e, per ora, irrisolvibili, anche istituzionalmente, di questa lunga stagione (post?) pandemica: anche su queste pagine abbiamo recentemente parlato di cosa significa, per un certo tipo di musica elettronica, l’assenza di luoghi appositi per fruirla. Così, mentre dalla riviera romagnola (che in un’ipotetica mappa geografica della club-culture resta, nonostante il declino di strutture e proposte, uno degli spot più iconici) arrivano quotidianamente dispacci surreali di opposizione al buon senso, a Berlino si cercano soluzioni, anche solo temporanee, per non soccombere alla crisi, a conferma di come, tra la gentrificazione che avanza e l’inevitabile sussunzione di pratiche del divertimento da parte del Capitale, questa città continui a essere un punto di riferimento per la scena: se, infatti, il chiacchieratissimo Berghain già dal 2020 ha scelto di reinventarsi come museo, un altro locale assolutamente storico per l’evoluzione di techno (e non solo), il Tresor, ha preferito concentrarsi sulla propria attività discografica, ampliando un catalogo già decisamente prezioso. L’ultima (per ora) uscita a portare il logo del celebre club di Mitte è la collaborazione tra la canadese LNS e il norvegese DJ Sotofett, due artisti che dal 2017 suonano assieme. Sputters appare dunque come il tentativo, indubbiamente riuscito, di mettere un primo punto al percorso congiunto, in previsione magari di nuove avventure dance. Il risultato sono quindici tracce (intermezzi compresi) che, complice l’afflato nostalgico che caratterizza le fatiche del dj norvegese sin dagli esordi e che emerge anche da questa release, sembrano ripercorrere le tendenze più longeve e memorabili del suono detroitiano in quattro quarti. Si parte, infatti, col mix spastico tra acid e minimal di “K.O. by E-GZR” per poi proseguire con gli strepitosi affondi dub di “El Dubbing” e “Dúnn Dubbing”: più mentale il primo e più disturbante e frammentato il secondo. “Ziggurat” e “Synchronic Bass Blort” girano su coordinate electro spigolose e atmosferiche, mentre “Vitri-Oil” e “Shim” spostano l’obiettivo su soluzioni più ambient e sperimentali. Ultima menzione per gli oltre dieci minuti di una “The 606” che è insieme viaggione psichedelico e omaggio ai suoni di una drum-machine spesso sottovalutata.

Filologico senza essere mai didascalico, Sputters è un ascolto sempre valido e avvincente, ma anche particolarmente azzeccato per questo 2021 ambiguo: nel suo tracciare una storia techno appare, infatti, quanto mai consono per un periodo di inevitabile stallo.