LIVE SKULL, Saturday Night Massacre

LIVE SKULL, Saturday Night Massacre

Dei Live Skull vi abbiamo già parlato in occasione della doppia uscita BC35 (sempre su Bronson Recordings), padrini e alfieri della New York noise negli anni Ottanta in uno scenario che li vedeva fianco a fianco con Sonic Youth, Lydia Lunch e Swans, oggi sono tornati a far danni con una formazione che vede i due storici Mark C e Rich Hutchins (nel gruppo dal 1987 al 1989) accompagnati dal nuovo bassista Kent Heine e dagli ospiti di lusso Thalia Zedek (tra l’altro nei Come) e Marnie Greenholz, già componenti originari della band. Questo ritorno vede probabilmente come scintilla proprio i festeggiamenti per Martin Bisi, colui al quale si deve il rinnovato fermento che torna a pervadere dopo trent’anni quel giro di musicisti e che ha riportato molti di loro a collaborare in studio o dal vivo. Alla consolle però questa volta troviamo lo stesso Mark C., cui va il merito di aver saputo dare una veste sonora ottimale al noise-rock venato da un marcato mood post-punk della band. . Meno caustico ed estremo nella sua interpretazione del lessico noise di Unsane o Cop Shoot Cop, il sound dei Live Skulls è più virato verso sonorità sghembe e a tratti quasi jazzate, da cui il paragone che un famoso critico newyorkese ha azzardato con la scena free-jazz anni Sessanta, sebbene le radici appaiano piantate piuttosto saldamente nella No Wave e non manchino i richiami all’immaginario dei Velvet Underground. Tutti ingredienti e riferimenti di prima grandezza per un diso che non delude le aspettative dei molti estimatori di quel periodo di pulsioni innovative e rivoluzioni copernicane all’interno della scena rock, ormai marchiata dal punk e dalle nuove frontiere che aveva aperto sia nel vecchio che nel nuovo continente. La tracklist vede alternarsi sotto i riflettori tutte le differenti anime della band, si intravedono persino delle sfumature lounge e delle melodie sinuose che ci ricordano come il gruppo calcasse senza soluzione di continuità i palchi di CBGBs e Danceteria in quello che potremmo definire un tentativo riuscito di riunire in sé differenti spinte e approcci. Ciliegina sulla torta, la decisione di riunirsi proprio oggi non appare casuale visto quanto detto dallo stesso Mark C, il quale ha sottolineato come l’attuale momento storico ricordi da vicino quello che ha visto nascere i Live Skull (quello dell’amministrazione Reagan con la sua agenda oscurantista). Non si tratta di un album adatto ad ogni palato, ma di sicuro rappresenta un’ottima occasione per assaggiare un menù differente anche per chi solitamente viaggia sui binari più estremi dell’universo rumoroso, soprattutto perché più vicino e in qualche modo contiguo di quanto lasci intuire tra i suoi solchi.