LINO CAPRA VACCINA / UNTITLED NOISE, Perpetual Possibility

LINO CAPRA VACCINA / UNTITLED NOISE, Perpetual Possibility

Non sono in grado di presentare bene il percussionista Lino Vaccina (pugliese, nato nel 1953), che gli appassionati di prog, world e sperimentazioni del secolo scorso conoscono per via della sua presenza negli Aktuala e nei Telaio Magnetico, ma come ‘zine siamo stati esaurienti sull’argomento, proprio nell’attimo in cui il suo nome è tornato a circolare, cioè più o meno da quando le ristampe sono diventate qualcosa di molto vendibile e più di qualche giornalista si è occupato di musicisti italiani ingiustamente dimenticati (per questi motivi, probabilmente, un paio di volte alla settimana, tipo “giorno della marmotta”, ricevo un’email di qualche negozio on line che mi parla del centoquattresimo Sacro Graal del minimalismo italiano che non devo assolutamente perdermi… i furbi da noi non sono solo quelli che non pagano Dazn).

Ho già parlato degli Untitled Noise, definendo il loro sound come estremamente scabro e monocromatico: rumore analogico, improvvisazione, poco altro. Per poi aggiungere, al momento del loro debutto vero e proprio su Die Schachtel: il progetto sta descrivendo una parabola già vista: inizio viscerale, poi il tentativo di non ripetersi, che passa inevitabilmente per il meticciato. Dalla loro questi signori hanno la possibilità di attingere anche da altre forme d’arte: vedremo come la sfrutteranno. Infatti eccoli qui con un Maestro a cercare altri timbri, dal vivo, in un museo, il MA*GA di Gallarate: come ovvio, in Perpetual Possibility il protagonista è il suono celestiale delle percussioni metalliche e del piano di Vaccina, che si prende tutto il tempo del mondo per lasciar decantare ogni colpo. Di certo tutto questo riceve qualche iniezione di ostilità dagli Untitled Noise, senza forzature. Per quanto paradossale agli occhi di un esterno ai generi, la combinazione “primigenio” & “industrial” è molto frequente, dunque il miglior complimento che posso fare a Perpetual Possibility è quello classico: non assomiglia a nessun altro disco.