Light Item D.A.Y., 12/8/2017

Sinicuichi
Rico + Olbos
Burkina Phaser
H!U
Teatrino Elettrico

Light Item è un progetto multimediale sviluppato da Gec (Giacomo Tomasetti – Megabaita) e Rico (Riccardo Gamondi – Uochi Toki, La Morte), che fa uscire periodicamente compilation (Batch) e album che per protagonisti vedono (principalmente) alcuni nuovi volti della attuale scena elettronica italiana.

Light Item D.A.Y., sigla ironica che sta per Do All Yourself, è la volontà di radunare in tre date (12, 14 e 19 Agosto) nei pressi di Rimini, Loseto e Messina, le performance di chi è vicino al progetto dell’etichetta. Gli spazi adibiti per l’evento sono volutamente scomodi e inusuali e la partecipazione richiede un minimo di auto-organizzazione per trascorrere una notte all’aperto.

Siamo alla prima tappa, sabato 12 agosto a Rimini.
Oggi questo festival autoconcepito è ospitato all’interno del campo sperimentale dell’azienda agricola Poli Hops, un’accogliente distesa di coltivazioni, cumuli di fieno e alberi di fico; l’impianto audio si trova tra il gazebo della verdura e una distesa di accampamenti. Il clima torrido della giornata inizia a lasciare spazio alla brezza serale e ci permette un maggiore godimento del tramonto lungo le colline mentre montiamo la tenda e scherziamo con qualche amico ritrovato.

A farci da sottofondo ci sono in sequenza una selecta di pezzi psichedelici meshati da Olbos e l’anteprima di ‘Retrospectro Vol 2’, il nuovo mixtape di Zona MC, uscito proprio per Light Item.

La sera inizia a calare, la fame cresce. Mentre ci riempiamo la pancia di vegetali, risi freddi e cuscus, il gala ha inizio con il macchinoso duo beat Burkina Phaser, seguito da i Teatrino Elettrico, una miscela di rumore industriale e ritmiche sminuzzate. Si crea una collisione di meccaniche sonore e meccaniche di deglutizione, e in questa dinamica l’atmosfera si riscalda.

A seguire il frattale elettronico del solo project OtRoM di Andrea Belloni (già nella band noise metal MoRkObOt). Finiamo di cenare con il sottofondo di questa suite astratta digitale, mentre parte il set del technobuddha MZKY: si ondeggia sottocassa.

Spuntino di Mezzanotte: si passa dall’area del service all’area del self-service culinario del gazebo sopracitato; il vino alimenta la rarefazione dei sensi. La situazione è molto rilassata e si diffondono toni più ambientaleggianti e chillout, ma cavernosi.

Erma von Sinicuichi sovrappone multistrati drone e strutture glitch che introducono il sabba catartico del mostro del monte barro H!U.

Siamo in chiusura, Rico e Olbos duettano a colpi di suoni atmosferici e mantra tantrici senza esclusione di bassline.

La gente inizia a ritirarsi in tenda mentre una nuova delicata selezione musicale da parte dei Sinicuichi accompagna le prime fasi del sonno.

Il giorno dopo, finita la colazione, ho fatto due chiacchiere con Rico per capire cosa è Light Item e per chi crea queste situazioni:

Questa è la dimensione del limite della saturazione dei rapporti interpersonali: in un festival con questo numero di persone, non conosco tutti (e questa è un ottima cosa) ma  anche conoscendo molta gente, si riesce a stabilire quel contatto che ti lascia l’amaro in bocca se parti con delle aspettative. Se invece ti avvicini al festival con l’atteggiamento del “viviamo quello che succede”, diventa una bella connessione, forte.
Alla fine vuoi che succeda qualcosa, e lo fai succedere. Questo il significato di Do All Yourself.
Non stiamo creando un modello sostenibile, sto semplicemente facendo una cosa che secondo me nello specifico va gestita in questo modo. C’è gente che ha fatto tanta strada per vedere quello che stava succedendo qui a Rimini, voi e me compresi, e poi ci sposteremo a Messina e Bari, sto facendo il giro delle regioni dove ho gli amici più grandi, una ciurma di pirati.

La serata di Rimini del Light Item D.A.Y. è stata una occasione di incontro tra persone senza troppe pretese strutturali e di una semplicità disarmante. La necessità primaria di tutti i partecipanti è stata la fruizione del suono, lo scambio di opinioni e tecniche, il cibo in compagnia, qualche sbilenca danza; tutti quegli elementi che si possono trovare in una tribù.