La Radio Uabab #271 + Re-Flexio di Marco Zanotti

Quando Alfred Sauvy, riferendosi all’aspetto economico, definì “Third World” l’insieme dei paesi non sviluppati rispetto ai modelli “occidentali”, non sospettava che la gerarchia innescasse un processo di enumerazione progressiva che avrebbe raggiunto ed eguagliato il numero degli abitanti del pianeta. Esulando dalla pecunia e pensando piuttosto alle esistenze di ciascuno di noi, è inevitabile notare come la globalizzazione abbia frullato e reso esponenziale il numero di mondi possibili, che a questo punto sono tanti quanti gli individui.

E ciascuno di questi mondi ha delle origini, una storia, un folklore e, soprattutto, delle musiche che lo caratterizzano. Ciascuno di noi affonda le proprie radici musicali nella tradizione, nel giradischi (Evan Parker stigmatizzava “My roots are in my record player!”), nella contemporaneità e nell’astrazione. La colonna sonora delle nostre esistenze è unica, in divenire e irripetibile. Qualcuno però, e mi riferisco ai musicisti più curiosi, ha la capacità di realizzare la propria colonna sonora suonando e creando una musica che pulsa urgente fra il cuore, la pancia e le orecchie!

Il debutto solista di Marco Zanotti racconta proprio questo mondo sonoro personale fatto di curiosità (tanta), di viaggi, di ricerche, di studi, di sperimentazione, di avventure, di volti e di storie. Riuscire a condensare questo bagaglio in suono trascurando (per una volta) il suo strumento d’elezione (la batteria e gli strumenti a percussione più in generale) è la scommessa vinta da Re-Flexio (Brutture Moderne, 2021). Disegnando una cartina geografica immaginaria che avvicina i confini del sud e centro America con la parte orientale dell’Africa meridionale, potremmo, per approssimazione, individuare un luogo in cui si è mosso (fisicamente) Marco Zanotti per incontrare culture, tradizioni e, oramai da più di dieci anni, iniziare a studiare gli strumenti d’elezione di questi luoghi. Mbira e kamalen’goni sono forse i più pregnanti sul suono del disco fra i tanti utilizzati. Lamellofoni e cordofoni suonati sul campo, registrati d’urgenza cogliendo contemporaneamente l’istante compositivo e una serie di field recordings materici ed evocativi.

Due anime si rincorrono nel disco, quella organica delle registrazioni effettuate altrove (ci tenevo a scrivere questa parola evocativa) e quella armonica e compositiva di alcuni brani in cui la scrittura è stata pensata per più strumenti e nella quale compagni musicisti di lungo corso hanno eseguito le partiture scritte da Zanotti: su tutti splende il brano “For Stella” (dedicata a Stella Chiweshe, la regina della Mbira). Ma a ben vedere altre due possibili letture tessono e uniscono la trama sonora: la prima è la struttura circolare di tanti brani, un’idea sentita dal punto di vista spirituale e filosofico che si è trasformata in andatura avvolgente, come un mantra benefico in cui riporre riflessione, fiducia e speranza. E poi c’è l’aspetto più emozionale, almeno per chi ascolta e scrive, che è il continuo dialogo fra le radici personali di Marco Zanotti e i luoghi e le tradizioni incontrate sul cammino. Un brano getta un ponte fra le rane “in amore” del canale dietro casa e le voci di un porto centramericano (“Vi Cuva”), “Socrate” è rubata alle due ore di vita (poi si è rotto definitivamente) di uno strumento autocostruito con una zucca paperina autoctona dell’orto, “Lumén” è una vera e propria consacrazione degli avi, numi tutelari del luogo in cui a tutt’oggi Marco vive, e poi ci sono tre brani dedicati ad OZ, che rappresentano la meditazione, la protezione e la benedizione nell’attesa della nascita della propria nipote.

Re-Flexio è la testimonianza sonora di un luogo irraggiungibile, un luogo che è esistito ed esiste nelle musiche di Marco Zanotti. Il folclore immaginato di uno degli innumerevoli mondi che ci circondano e al quale oggi è possibile accedere procedendo in circolo.

Ho ospitato Marco Zanotti nella puntata numero #271 della radio uabab per chiacchierare del disco Re-Flexio, delle ragioni di questo titolo, della collaborazione con l’artista Gaia Carboni e per ascoltare in anteprima alcuni brani del disco in uscita il 6 marzo per Brutture Moderne.

Brani in ascolto

Bullet Tree
The Land of Kind People
Vi Cuva
Socrate
For Stella
OZ II (Waiting at dawn)

La Radio Uabab
Da qualche anno mi prendo cura botanicamente di un paio di blog. Uno di parole per provare a raccontare le musiche che infestano la mia curiosità, l’altro di suoni da seminare alla ricerca di ascolto. Sospettavo che assieme avrebbero cercato di raggiungere la radio, con fare incolto, come fanno i rampicanti.
Ecco allora la Radio Uabab, un piccolo pezzo di terra, la giusta pazienza e parecchie sementi sonore che giungono da ogni dove. È un piacere innestarle assieme, innaffiarle e vederle crescere. Quando la stagione è buona si può perfino ottenere una rigogliosa catarsi verde.
Bastano solo orecchie e curiosità.

Ogni martedì alle 21 su Radio Sonora.