KIRSCH / HEIN / DITZNER, Nervous

KIRSCH / HEIN / DITZNER, Nervous

Disturbante ma non per ciò di minor fascino, il complesso sound del trio in oggetto trae materia ed istanze da ingegno e volitivo mestiere, oltre che da spunti insoliti e financo impensabili: la rottura di una corda di chitarra ed il tempo tecnico d’attesa generano in studio imprevisti spunti ideativi per l’ultimo brano in scaletta, e s’immagina che analoga, informale libertà abbia pervaso l’aggregazione sonora tra performer in eguale quota di contribuzione e protagonismo.

Dall’artigianale quanto pregevolissima label renana Fixcel Records – di cui vorremmo ricordare una recente uscita vinyl-only di un assortito quartetto di vedette germaniche, oltre ad un non troppo celebrato quanto notevole manifesto poetico a firma di William Cody Maher – un trans-generazionale combo arruolante prodezze e combinate visioni di Stephan Kirsch (trombone, trombone elettrico), Nicola Hein (chitarra elettrica, effetti) e del veterano Erwin Ditzner (batteria e percussioni, tra gli artisti-feticcio di casa Fixcel): se la composizione strumentale potrà ricordare sulla carta contemporanee combinazioni di talenti tale quella espressa da Michele Rabbia, Gianluca Petrella ed Eivind Aarset in Lost River (ECM), in Nervous si genera di fatto un soundscape ancor più svincolato dalla linearità.

Aprendosi con decisa assertività della vitalistica “Awakening”, a seguire l’introduttivo “risveglio” il programma attinge a peculiare spettacolarità come nelle ecogene declamazioni e negli ipnotici gorghi della desertica “Thinking”, estesa a sufficienza per costituirsi a manifesto poli-stilistico,  analogamente alla successiva “Reminding”, modellata tra la percussione africanista e le desolazioni urbane tratteggiate dalle (smusse) punte solistiche, pronte ad acquisire corpo e vigore in un concitato gioco di spessa tessitura prog-jazz.

Breve ma intensa la vita di “Playing”, minuscola ma disturbante a sufficienza quanto una torma di ronzanti e minacciosi insetti elettroacustici, preludendo allo strutturato e scultoreo epilogo in Repeating, già descritto nella genesi ed abitato dall’acida e febbrile chitarra, segnando la conclusione di una non estesa sequenza di titoli a programma da cui esce alquanto vincente la virulenta miscela dei teutonici assi.

L’animato interplay tra le ebollizioni del grave strumento d’ottone, la pulsazione bulimica e corposa del drum-set, le metallescenti frenesie a sei corde esita in un flusso neo-free vitalistico, naturalmente anti-grazioso e non privo di alone ermetico, afferente con naturalezza e titolo al consistente filone KrautJazz, particolarmente rappresentativo e critico nei confronti della “Persona Schizoide” del corrente secolo; il lavoro da ascrivere (anche) ai meriti del polivalente produttore Frank Schindelbeck (cui si deve anche la pregevole iconografia dell’album) mette a parte il nostro uditorio di interessanti personalità della ben solida scena germanica, riportandone un virulento campionario di energie livide e frementi, spese entro climi d’aperta visionarietà non scevra da connotazioni aliene, meritevole d’attenzione ed ulteriore promozione.

Tracklist

01. Awakening
02. Thinking
03. Reminding
04. Playing
05. Repeating