KATLA, Embryo

Ennesima grande scoperta della Svart Records. I Katla sono una band di cui si sa ben poco, se non che sono svedesi e che hanno registrato nell’arco di un weekend del 2014 queste canzoni nei leggendari studi della Silence Records, nella foresta di Värmland, per poi scioglersi e sparire nel nulla per un paio d’anni. Oggi si sono riuniti e la lungimirante etichetta finlandese si appresta a dare finalmente alle stampe i loro pezzi.

Per loro stessa ammissione, i Katla si ispirano in maniera massiccia alla musica degli anni Settanta, con particolare riferimento a quanto di meglio si possa trovare in ambito space-psichedelico, senza disdegnare la tradizione folk della loro terra. Il risultato finale, però, è ben lontano dall’essere solo un nostalgico esercizio di retromania, dato che sono in grado d’infondere nuova linfa a vecchie intuizioni. Partendo da un punto collocabile in qualche modo tra la lussureggiante psichedelia dei Dungen e il melting pot sciamanico dei Goat, i quattro riescono spesso a ingranare una marcia superiore, spingendo i brani sempre un po’ più in là di quello che sembrerebbe possibile (si prendano ad esempio le accelerazioni improvvise nel mezzo di tracce come  “Circles” o “Illusion”).  Il proto-stoner dell’apertura “Horsehead” ricorda certe cose degli Hawkwind, e in più momenti vengono alla mente echi del kraut rock piú acido – in particolare gli Amon Düül II dei primi lavori – mentre un’aura arcaica e misteriosa aleggia su tutto il lavoro, veicolata dalla voce molto poco “educata” della cantante, come se la magia delle foreste scandinave, con le sue leggende e le sue saghe, si fosse in qualche modo incarnata nei musicisti durante le session di registrazione.

Embryo si rivela quindi un autentico gioiello, dal quale mi auguro possano fiorire altre gemme di psichedelia spaziale e selvaggia.

Tracklist

01. Horsehead
02. Endless Journey
03. Eat Sleep Die
04. Embryo
05. I’m Your Queen
06. Circles
07. Illusion
08. Collision
09. A Black Slimy Smooth Tongueshaped Form