JUGGERNAUT

Juggernaut

Trama! rappresenta un ritorno inaspettato, capace di stravolgere le carte in tavola e ridisegnare gli assetti di una formazione che pensavamo di aver già conosciuto, afferrato e che, al contrario, è riuscita a sorprenderci e stordirci. Sono tante le cose di cui parlare con Roberto Cippitelli, oggi nostra guida negli intrighi sonori e di potere che si celano all’interno del nuovo. Ecco, cosa ci ha raccontato prima di andarsene in tour insieme a Lili Refrain (cominciano a Firenze il 4 dicembre, ospita il Max Pub, poi il 5 vanno al Freakout Club di Bologna, il 6 al Cas’Aupa di Udine, il giorno dopo tornano giù al Terminal di Macerata, per finire l’8 al Circolo Kickapoo di Perugia).

Ne è passato di tempo da Where Mountains Walk (2009), cosa è successo, come mai una pausa così lunga?

Roberto Cippitelli (Basso): Elencarti la serie di peripezie, catastrofi e insolite casualità che ci hanno in continuazione allontanato dai nostri obiettivi rischierebbe di sviare questa intervista sul come mai ci ostiniamo ancora! Ma la tenacia certo non ci manca. Semplicemente per i Juggernaut i tempi non erano maturi.
La verità è che io e Luigi non siamo mai stati veramente fermi, suoniamo insieme da moltissimi anni e condividiamo musica anche in ambiti molto diversi. Assestamenti e cambiamenti di line-up ci hanno fatto riflettere su quello che facevamo e sul come lo facevamo. Dal momento in cui Matteo e Andrea si sono uniti a noi, e la line-up si è brillantemente definita, è scattata di nuovo la scintilla e abbiamo cominciato a filare come un treno.

Il nuovo Trama! appare decisamente differente rispetto al passato, nei suoni, nell’approccio, nelle modalità di scrittura/fruizione. Cosa ha portato un cambiamento così radicale all’interno della band?

Innanzitutto ci siamo persi per strada tre pezzi dal primo disco e, come sai, siamo diventati strumentali: tutto questo non ha fatto che cambiare completamente le carte in tavola. Non c’è stato un vero trauma e tutto è successo in maniera molto lenta e naturale: fare musica non di consumo e dedicarcisi con tutte le risorse possibili non è una cosa da tutti e richiede molti sacrifici. L’approccio di base nello scrivere però non è diverso: continuiamo a seguire le nostre intuizioni. Semplicemente siamo diventati più coscienti di quello che facciamo e lo abbiamo iniziato a fare scavando sempre più a fondo dentro di noi.

Trama! è innanzitutto un concept legato a un racconto, una sorta di atipico invito a cena con delitto. Come è nata la storia e come vi siete mossi per costruire l’interazione musica/storia?

Partiamo dal presupposto che la musica sia un linguaggio vero e proprio: se non si ha ben chiaro cosa si vuole dire, si rischia di non arrivare mai al punto e di girare intorno ai concetti. Però è un linguaggio più subliminale e ambiguo, legato alle sensibilità personali e che per rimanere pieno di luci e ombre come piace a noi non deve essere mai troppo didascalico. Tutto è nato intorno al primo pezzo che abbiamo scritto assieme: “Egregoro”. Quel brano ci ha dato sia la cornice, sia il contesto. L’atmosfera che inconsapevolmente avevamo evocato ci ha portato a lavorare tutti e quattro nella stessa direzione che mano mano si è definita. Si tratta di una storia di potere e di affiliazione. Della scoperta, da parte di occhi esterni, di un mondo sotterraneo del quale il protagonista non aveva messo a fuoco l’entità, la proporzione e gli intendimenti. E nonostante i pretesti simbolici è una pura e semplice questione di spartizione della torta!

Ogni brano è presentato con una breve sceneggiatura/guida all’ascolto sul vostro sito, eppure resta sempre un alone di mistero a circondare i dettagli e la reale natura degli accadimenti. Vi siete ispirati a qualche fatto reale?

Decisamente sì!
Preferiamo che la vicenda emerga lentamente nella coscienza di chi ascolta, ma parliamo di qualcosa di dannatamente reale che ha segnato nel profondo la nostra storia politica, influenzando l’accesso alle risorse e il concetto stesso di potere in questo Paese. Il pretesto di una storia immaginata, ma plausibile alla luce dei fatti di cronaca emersi, ci è servito per disegnare un affresco composto da senso d’impotenza, collusione mafiosa, oscuramento dell’etica personale, immense forze centripete del “potere” in senso lato, il fascino e la brama per esso. Tutto questo condito da elementi alchemici, simbolici ed esoterici come spesso nella storia dell’uomo è stato per giustificare l’abuso e il controllo.

Nel disco si respira, dal punto di vista sonoro, un’atmosfera in continuo bilico tra anni Settanta e attualità, in che modo vi siete mossi per creare un linguaggio che fosse in qualche modo a cavallo tra sentire così differenti eppure perfettamente amalgamati all’interno di un discorso unitario?

Credo che di base la musica sia attuale, scritta ora con tutte le consapevolezze e i gusti personali. Siamo pur sempre degli amanti del frastuono, dell’irruenza e del rock! Ma poiché il periodo storico in cui si svolge il racconto sono la fine degli anni Settanta alcuni arrangiamenti sono proprio quelli che avremmo immaginato nelle musiche di Nino Rota, Piero Piccioni, Armando Trovajoli o Ennio Morricone. Del resto sono proprio loro che musicando quei film hanno determinato, soprattutto per noi che non li abbiamo vissuti direttamente, l’estetica di quegli anni.

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Di certo, Trama! sembra possedere un forte taglio cinematografico, avevate qualche regista/pellicola particolare in testa mentre lo scrivevate?

Molte. Il cinema è una nostra passione comune. In particolare sono stati decisivi alcuni film di Elio Petri.
Anzi, lancio una sfida a tutti i cultori del genere: all’interno del disco c’è un breve botta e risposta preso da un film di quegli anni. Di quale si tratta?

Ripercorrerete dal vivo l’intero album nell’ordine come in un film o manterrete un approccio più libero?

Per queste prime date ci piacerebbe presentarlo nel suo ordine narrativo, ma probabilmente fra un po’ di tempo ci saremo stufati, avremo cambiato o inserito parti nuove e stravolto l’insieme!

Tra l’altro sarete in tour con Lili Refrain, che è da sempre legata agli Inferno. Alcuni nomi come Valerio Fisik e Jimmy Bax ritornano anche in Trama! Possiamo parlare di una piccola famiglia che si sostiene e i cui membri interagiscono tra loro?

È una famiglia vera e propria. C’è una profonda comunione di intenti, rispetto per il lavoro reciproco e grandissima stima personale e umana. Con Valerio Fisik c’è un legame così duraturo che non ricordo più neanche da quanto tempo esista! Probabilmente da quando conosco la distorsione. Oltretutto abbiamo anche un progetto rumoroso e iconoclasta che forse vedrà a breve la luce.
Jimmy è un grande musicista e un amico e ha fatto un guest anche nel nostro primo disco.
Con Lili da quando ci conosciamo è amore! Quello vero. Sincero. Profondo. Il nostro primo release party è stato proprio con lei, nel 2010. Da quel momento non ci siamo mai persi di vista. Fatto diversi concerti qui a Roma assieme (tra cui anche il suo Release Party di circa un anno fa!). Un paio di anni fa ci siamo anche chiusi in campagna a evocare mostri sonori e scenari di ogni tipo. Siamo molto emozionati per questo mini-tour che ci attende e speriamo sia il primo di una fortunata serie!

Tra l’altro è stata proprio Lili a farmi conoscere il lavoro di Francesco Viscuso che qui cura l’artwork, vi va di parlarci del suo apporto e di come è nato?

Francesco è un altro membro della famiglia. C’è una stima per il suo lavoro che risale a più di 5 anni fa.

È un artista vero, con il quale dialogare è sempre interessante e stimolante. Con il tempo è diventato anche un grande amico. Nel momento in cui il disco ha iniziato a prendere forma non abbiamo esitato a chiedergli di lavoraci su con noi. È stato partecipe in tutta la sua creazione, man mano che il lavoro acquistava profondità e finitezza. Gli siamo estremamente grati, perché il suo lavoro è stato impeccabile ed esattamente come ce lo immaginavamo nei nostri migliori incubi.

Grazie mille per il vostro tempo, a voi le ultime parole, magari dandoci appuntamento per le date live…

Grazie a te Michele per quello che fai!

Fare musica in questo paese non è facile. C’è tanto da dire ma spesso non ci sono i mezzi e chi ha idee non è sostenuto affatto a meno che sia un abile mercante.
Noi non siamo dei venditori ma ci auguriamo di suonare il più possibile in giro quindi non esitate a contattarci. Siamo pronti per il viaggio.

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