JAPANDROIDS, Celebration Rock

Celebration Rock

Intervistati poco dopo l’uscita di Post-Nothing (2009), i due japandroidi dichiaravano come gli ep d’esordio – e il disco stesso – suonassero oscuri e zanzarosi non per una precisa volontà o scelta stilistica (ai tempi anche piuttosto comoda, leggasi shitgaze e shoegaze revival), ma solo perché i denari scarseggiavano e registrazione e suono ne erano inevitabilmente stati condizionati. Ascoltando Celebration Rock, il tutto sembra ancora più sincero, perché, in fondo, i pezzi hanno sempre lo stesso tiro e la stessa forma compositiva. Ci sono input che fanno pensare a dei Replacements contaminati da melodie tra emocore e pop acido (“For The Love Of Ivy”, cover dei Gun Club, in effetti c’entra poco con tutto il resto), ma l’aria che si respira rimanda ad anthem “da stadio” e a power pop inoculato in stilemi indie-rock, tipo Get Up Kids meno innamorati.

Allora è probabile che qualche soldino in più sia arrivato e che i Japandroids abbiano potuto rendere più luccicante il tutto, restando divertenti e rumorosi come sempre. Celebration Rock ha le stimmate di quello che si chiamava alt-rock, un po’ come il nuovo Nada Surf, per quanto non sia pietra miliare o non scateni epifanie di sorta. Certo, ad essere nuovi a certi suoni, potrebbe anche risultare un disco di cui innamorarsi perdutamente e non è detto che nei lettori, fisici o meno, giri molto di più di altri dischi migliori, ma meno diretti e godibili. L’uno-due finale, “The House That Heaven Built” e “Continuous Thunder” è davvero riuscito e, senza troppa preparazione o pippe mentali da ascoltatore “esperto”, si resta soddisfatti e “intrattenuti”.

Tracklist

01. The Nights Of Wine And Roses
02. Fire’s Highway
03. Evil’s Way
04. For The Love Of Ivy
05. Adrenaline Nightshift
06. Younger Us
07. The House That Heaven Built
08. Continuous Thunder