IVOR AXEGLOVITCH, The Curtain Folds

A volte ritornano. Dopo molti anni di silenzio, il fantasmatico trio danese Ivor Axeglovitch – composto da Raasmus Jakobsen, Thorsten Kirchhoff e Mads Lundberg – torna a colpire. Già nel 2023 con l’album Igår Idag Igen And Goodnight!, da noi puntualmente segnalato, e oggi con il nuovo vinile The Curtain Folds. La loro è musica d’arte: sì, certo, perché primariamente sono degli “artisti multimediali” (ci odieranno per questo, ndr), ma l’attitudine spiazzante, do it yourself e giustamente disturbante li riporta, in ambito strettamente musicale, sul luogo del delitto, come e più degli amati, letargici Tuxedomoon e/o Residents. Ma attenzione: Ivor Axeglovitch ci strega in maniera originale con il suo frullato di suoni materici, elettronica sghemba, voci gorgoglianti, campanelli, sveglie, animaletti e svariati rumori a volte ironici, a volte assai inquietanti. Un sound ormai difficile da ascoltare, dato il letargo di alcuni e il decesso di altri!

The Curtain Folds si divide in due atti, “Alba” e “Tramonto”. La sveglia, manco a dirlo, suona presto con “Rhythm Pling”, un brano saltellante e sintetico. A seguire, “Volapük” (in riferimento alla lingua franca inventata alla fine dell’Ottocento da un sacerdote tedesco!) è una nenia accennata dalla voce di Claudia Valeria Letizia, storica collaboratrice di Ivor, con un sitar pizzicato e i ritmi incerti di una mattinata in hangover. “Midnight Confession” e “Heinbach” ci trasportano dove, ai tempi, Kim Gordon e soci si disintegrarono, ed è una vera goduria ascoltarli anche adesso. “Once More (crash)”, “Derin Desert”, “Perpetuity Dealt”, “Trumpets & Violins” sono oro colato dalle labbra artificiali della creatura Ivor Axeglovitch: suoni imprevedibili che creano e disturbano un paesaggio acustico onirico decisamente post-umano, una eventuale nuova colonna sonora adattissima per film distopici ante litteram come “I Cannibali” di Liliana Cavani o “La Decima Vittima” di Elio Petri.

Giriamo lato e passiamo al “Tramonto”, e qui le cose s’ingarbugliano ulteriormente, dall’incipit di “Spin Off” passando a “Tik Tak” (titoli tanto onomatopeici quanto azzeccati) e “Bubbly Beat” (clarinetti in libertà, forse). Ma quando arriva il quarto pezzo ciondolante, “Alternate Dealing”, abbiamo una specie di psichedelica rivelazione: Syd Barrett! Concettualmente anche lui, in versione The Madcap Laughs, può rappresentare un nome tutelare, un santino per Ivor (come per tutti noi, poi). In conclusione, l’accoppiata digital-peripatetica di “Once More” e “Get In Line (The End Is Near)” è un profetico quanto rapido epilogo, veloce e senza fronzoli, appena un paio di martellate su uno steel drum, in puro Ivor Axeglovitch’s style. Questo ci rimanda, evidentemente speranzosi, a un nuovo capitolo da parte dei nostri tre redivivi e fantastici danesi. Tutte le informazioni e i contenuti audio, The Curtain Folds compreso, sono disponibili su ivoraxeglovitch.com.