ITAL, Hive Mind

Hive Mind

Esordio su Dischord a sbraitare post hardcore/garage con i Black Eyes. Poi i Mi Ami, il progetto electro-pop Sex Worker e, ora, Daniel Martin-McCormick, con il moniker Ital, si ritrova sulla splendida Planet Mu (il 2011 è stato un anno strepitoso per l’etichetta) a dispensare le sue visioni di house e italo-disco. Visioni del tutto peculiari, dato che – tra echi d’industrial dub e puntate techno – ogni pezzo ha un marchio di fabbrica riconoscibile e capace di porre le giuste distanze dal materiale di coloro che spaziano tra i generi per cazzeggio o convenienza, cosa che magari – erroneamente – la copertina “haunted” potrebbe suggerire a qualcuno. Invece no: Hive Mind è difficilmente catalogabile, nonostante sia il disco in cui Daniel meglio esprime il suo concetto di musica elettronica/dance. Magari non appaiono immediati picchi qualitativi, ma è l’attenzione per i dettagli ad accalappiare, sia quando ci dà dentro di destrutturazione house, sia quando l’inquadratura si sposta nettamente su strutture patchwork che fagocitano Lady Gaga e Whitney Houston, i Chemical Brothers e i Mouse On Mars. I campi di applicazione di ogni nome citato rendono ancora più evidente come Hive Mind sia dinamico e volubile, divertente e cesellato, magari non così “grande” da essere uno dei dischi dell’anno, ma dotato della capacità di calamitare l’attenzione degli ascoltatori più disparati.

Tracklist

01. Doesn’t Matter (If You Love Him)
02. Floridian Void
03. Privacy Settings
04. Israel
05. First Wave