INSECT ARK, Dana Schechter

Incuriositi dal nuovo album Marrow Hymns, abbiamo contattato Dana Schechter (basso, lap steel, electronics, già ascoltata di recente nel nuovo album degli Gnaw) per saperne di più sugli Insect Ark, sulla sua collaborazione con la batterista Ashley Spungin e sulla partnership con una delle nostre label del cuore, la Profound Lore.

Marrow Hymns è il vostro primo album come duo e il primo dall’entrata di Ashley nel 2015, ti ricordi come sono andate le cose e perché hai deciso di aprire il tuo progetto solista al suo contributo? 

Dana Schechter: Ashley si è unita a me per alcuni concerti in California proprio mentre era in uscita Portal/Well. Ero stanca di esibirmi con la batteria programmata che mi ero costruita, suonava bene ma non faceva più al caso mio. Mi mancava suonare con un batterista più di ogni altra cosa, forse perché il basso è il mio strumento primario. Dopo le due prime date in cui ci siamo divertite molto, abbiamo pensato che c’era molto altro da esplorare insieme come musiciste.

La tua musica ha sempre avuto un taglio molto intimista e personale, come si trattasse di un viaggio nel profondo delle tue emozioni. Come sei riuscita a mantenere questo aspetto e a condividere il viaggio con Ashley?

È curioso, perché avevo già provato a suonare con alcuni altri batteristi, ma pur se divertente non aveva funzionato. Così avevo deciso di aspettare che arrivasse la persona giusta. Una magia… be’, non esattamente, ma quando ci siamo incontrate per la prima volta è accaduto solo pochi giorni prima che le chiedessi di unirsi a me per qualche concerto che avevo confermato da lì a pochi mesi. Lei ha accettato e c’è stato da lavorare molto e duramente, ma ha imparato tutte le mie strambe parti di batteria come una vera campionessa.

Avete lavorato insieme alla scrittura – in sala prove e in tour – o avete portato le idee su cui lavorare in studio? Come avete proceduto durante la composizione di Marrow Hymns?

Alcuni dei brani di Marrow Hymns sono stati costruiti dal vivo negli ultimi due anni quanto si sente di batteria è in parte di Ashley, in parte mio. Questo disco è stata la prima occasione per scrivere brani insieme, un’opportunità per sviluppare nuove idee. In passato scrivevo le parti di batteria prima di passarle a lei, perché mi aiutava avere anche gli elementi ritmici al loro posto mentre componevo. Quando però lavoravo ai nuovi brani ho scoperto che Ashley ha per la scrittura e i suoni delle grandi idee, che vanno a completare ed espandere la mia attitudine come compositrice. Credo abbia una tendenza naturale a capire ciò che sto cercando.

Torniamo al tuo passato: come sei entrata in contatto con la chitarra lap steel e cosa ti ha spinto a cercare un approccio personale a questo strumento?

Quando ho dato vita a Insect Ark come progetto solista mi sono posta un solo limite: niente chitarre elettriche. Ho ottenuto una lap steel in modo fortuito, era in offerta al negozio di strumenti locale, così ho deciso di provarla. Fondamentalmente mi ci sono gettata in modo del tutto diy. Tutte le registrazioni antecedenti a Marrow Hymns sono avvenute prima di prendere lezioni, quindi ho creato un mio stile sfidando lo strumento e me stessa per vedere che tipo di suoni assurdi potevo estrarne.

Che mi dici invece dell’uso di synth, cosa ti ha attratto e ti ha spinto a sperimentare? Quale credi sia il loro duolo e il valore aggiunto che apportano agli strumenti tradizionali?

Amo la densità, la versatilità, e le armoniche del synth. Amo come rispondano in velocità e come anche il minimo cambio su un pomello possa produrre suoni differenti. Le mie vecchie band non avevano molto spazio per simili esperimenti, per cui ero molto entusiasta di poterli usare, anche perché da un punto di vista sonoro si adattano perfettamente. I synth sono un aspetto che lega me e Ashley, lei costruisce le sue noise-box analogiche (Ormus Electronics: sono strumenti multi-oscillatori, non effetti a pedale) che usiamo dal vivo e il suono che producono sembra trasportare su un altro piano di esistenza.

Suonare brani strumentali può essere considerato un modo per lasciare la musica libera di parlare per sé stessa, ma comporta anche lo sforzo di farlo accadere e di comunicare con l’ascoltatore senza l’uso di parole. Credi si possa descrivere come una forma di comunicazione più sottile e profonda?

Per alcuni, il linguaggio è un modo complicato per esprimere un pensiero o un’idea. La musica e l’arte in genere, il cinema, la danza, possono diffondere un messaggio di grande impatto senza bisogno di parole. Io mi considero più un’ascoltatrice che una parlatrice, ma provo anche io il desiderio di comunicare, per quanto questo a volte mi risulti difficile. Dopo alcuni anni mi sono stancata di essere la cantante (con la mia vecchia band Bee And Flower), perché non volevo il peso dell’attenzione. Eppure quello che faccio con Insect Ark, così aperto a varie interpretazioni, mi fa sentire meno chiusa in me stessa. Se la musica strumentale raggiunge il suo scopo, all’ascoltatore appare come uno specchio che riflette pensieri, associazioni libere e astrazioni.  Così il suono diventa meno umano, meno correlato alla proprietà e più universale.

Se non sbaglio, oltre alle tue attività come musicista (Gnaw, Angels Of Light, Wrekmeister Harmonies, Zeal & Ardor..) sei anche una video artist. Credi che questi due linguaggi servano ad alimentare differenti visioni/bisogni o rappresentino differenti forme per dar voce alla stessa visione?

Mi sono occupata sia di musica che di arti visive sin dall’infanzia. Ho dipinto a olio per anni prima di dedicarmi all’animazione e ai film. Ho anche iniziato a suonare molto presto, verso i nove anni. Ho sempre avuto bisogno di entrambe per restare in equilibrio. Ovviamente, quando lo faccio per lavoro, ad esempio un film, il mio obbiettivo è l’aiutare il regista a portare alla luce la sua visione, seppure poi filtrata dalle mie lenti. Credo che entrambe le forme espressive provengano dallo stesso luogo. Quel misterioso elisir della creatività che può essere applicato a tutto ciò che comporta “problem solving” Che è anche ciò che comporta qualsiasi forma d’arte.

Marrow Hymns uscirà per una label innovatrice come la Profound Lore, il che ai miei occhi ha perfettamente senso visto il tuo approccio e forma espressiva. Come vi siete incontrati?

Un comune amico ha dato una copia del disco finito a Chris Bruni (boss dell’etichetta, ndr) e abbiamo avuto un seguito circa un mese dopo. Da fan di molte band che escono per la label e dell’etica lavorativa di Chris, eravamo al contempo entusiaste e anche spaventate quando ha detto che voleva produrlo. Sono abituata a lavorare duro per anni sulle cose, come tutti gli artisti, e a sentirmi rispondere “è bello, ma no.” Siamo davvero entusiaste del fatto che questa collaborazione permetterà a più persone di conoscere quello che facciamo. Appare come una casa perfetta per noi e ne siamo riconoscenti.

Cosa mi racconti dei vostri live? Preferite restare fedeli alle tracce in studio o vi piace cambiare la musica per espanderla/alterarla una volta sul palco?

Alcune tracce suonano perlopiù uguali, ma di sicuro si espandono e ci sono variazioni tra le registrazioni e i concerti, non fosse altro perché sono presenti alcuni overdub scelti accuratamente  che non possono essere riproposti dal vivo senza una moltitudine di sotterfugi tecnici, il che non ci interessa. Oltretutto, non posso suonare basso e lap steeel in contemporanea come su disco, per cui faccio largo uso di loop e pedali durante i concerti, ad esempio registrando strati di lap steel su cui poi suono il basso. È eccitante forzare i limiti di ciò che posso fare come singola persona, anche se tecnicamente è una bella sfida. Anche Ashley suona i suoi pedali noise e recentemente ha aggiunto un pad elettronico che ha alcuni suoni creati da me che lei può attivare mentre è alla batteria. È molto complesso, ma il suono live è super-denso e non ciò che ti aspetteresti venir prodotto da due sole persone.

Avremo l’opportunità di vedervi in Europa per promuovere il nuovo album?

Ebbene sì, saremo in Europa ad aprile e a maggio. Al momento, oltre al Roadburn il 19 aprile, abbiamo programmato queste date: il 5 maggio al Doornroosje di Nijmegen (NL), il 6 al Mag 4 di Bruxelles (BE), l’8 a la Malterie di Lille (FR), il 10 al DB’s di Utrecht (NL), l’11 al 4AD di Diskmuide (BE), il 12 a Parigi presso l’Espace B, e infine il 13 al Moth Club di Londra. Non siamo in Europa dal 2015, da quando è uscito Portal/Well. Tutte le date saranno pubblicate a breve nei nostri social e probabilmente torneremo anche in autunno.

Grazie mille per il tuo tempo, sentiti libera di aggiungere ciò ce preferisci per chiudere questa chiacchierata…

Direi che abbiamo coperto molto, grazie a te per l’interesse e per le domande stimolanti.