IMPRECATION, Damnatio Ad Bestias

Il debutto vero e proprio dei texani Imprecation – nonostante l’anno di fondazione sia il 1991 – è arrivato solo nel 2013, risponde al nome di Satanae Tenebris Infinita e ha portato alla luce un nome fino ad allora rimasto nel culto grazie a demo, split e compilation. Oggi la formazione taglia il traguardo del secondo full length con un mix di death vecchia scuola e atmosfere sataniche sulla scia di Morbid Angel e Incantation, oltre a una passione per alternare accelerazioni e rallentamenti monolitici che chiamano in causa un altro nume tutelare del genere come gli Obituary. Niente di nuovo sotto il sole quindi, piuttosto un atto di cieca devozione portato avanti con una passione palpabile e le radici affondate in profondità nel background da cui trae linfa la proposta della band. Ciò che garantisce più passaggi sullo stereo è la determinazione con cui gli Imprecation svolgono il compito senza perdere mai di vista la rotta o abbassare il tiro, tutto con una naturalezza che rende i brani credibili e a fuoco. Il suono marcio e la già citata alternanza tra brutale aggressività e passaggi pachidermici in cui il riffing sembra affondare nel fango di una palude, fanno di questo Damnatio Ad Bestias, titoli tanto grandguignoleschi quanto stereotipati inclusi, un parco giochi per amanti di certi suoni al netto di ogni spinta innovativa o fuga in avanti. Questo, insomma, è un album che si rivolge a un pubblico di aficionados e ricambia la fedeltà alla causa con un viaggio indietro nel tempo non privo di alcune piacevoli divagazioni su terreni confinanti. Esempi di questo sono l’incedere epico ai limiti del black in “The Shepherd And The Flock” o l’utilizzo di tastiere in grado di donare un mood particolare ad alcuni passaggi, piccoli accorgimenti che aiutano a memorizzare i singoli episodi e allontanano il rischio noia durante il tragitto. Il tutto funziona e gira a dovere, cattura l’ascoltatore e non fa rimpiangere il tempo speso, come un pranzo da vecchi amici con cui ci si scambiano ricordi e aneddoti di bei tempi che furono. Per qualcuno potrà essere un po’ poco per il nuovo millennio, per altri di sicuro sarà un buon modo per scordarsi di suoni ultra-dopati e funambolismi sulla sette corde cui fin troppi giovani si dedicano. Old school as fuck, per dirla con un francesismo.

Tracklist

01. Temple Of The Foul Spirit
02. Morbid Crucifixion
03. Baptized In Satan’s Blood
04. Beasts Of The Infernal Void
05. Damnatio Ad Bestias
06. Dagger, Thurible, Altar Of Death
07. The Shepherd And The Flock
08. Ageless of None