IMMORTAL, Northern Chaos Gods

Fuori Abbath, di nuovo in forma Demonaz, che grazie a un’operazione ai tendini potrebbe addirittura tornare a suonare live. Al suo fianco Horgh, e c’è Peter Tägtgren come guest al basso: questa la scheda tecnica di Northern Chaos Gods, una soluzione atipica che pone le basi per un nuovo capitolo dell’epopea di uno dei nomi storici del black metal mondiale.

Presentata così, la nuova puntata della telenovela potrebbe far sorgere più di un dubbio a qualcuno, soprattutto a chi negli ultimi anni aveva associato sempre più la band alla figura di Abbath e alla sua immagine, eppure nulla sarebbe più sbagliato del prendere sottogamba questo nuovo album, che fa girare le lancette dell’orologio all’indietro: qui dentro c’è tutto ciò che abbiamo amato in Pure Holocaust, Battles In The North, Blizzard Beasts e (impossibile non citarlo, anche se qualcuno lo considera il preludio alla seconda fase della storia del gruppo) At The Heart Of Winter, in una sorta di compendio del più puro e originale Immortal-pensiero. Troviamo infatti sfuriate in grado di sferzare come un blizzard, linee melodiche che emergono tra i flutti della tempesta e donano un mood epico al tutto, arpeggi glaciali e un riffing incessante che lascia immaginare una cavalcata impazzita (oskorei), senza dimenticare i titoli dei pezzi, che chiamano direttamente in causa i fasti del passato. Allora si tratta solo di una mera operazione nostalgia realizzata per mezzo di un copia-incolla dai propri stessi classici? Diremmo proprio di no, visto che – pur tributando il più genuino spirito della band – Northern Chaos Gods contiene canzoni compiute e a fuoco, è potente, ispirato, in grado di entrare subito in circolo e fomentare la nostra voglia di black metal old-school nella migliore tradizione grim and frostbitten norvegese.

È  presto per azzardare paragoni col passato e stabilire se nel lungo periodo il disco potrà entrare di diritto tra i lavori più riusciti degli Immortal, soprattutto perché di acqua sotto i ponti ne è passata molta dal periodo di riferimento, eppure non ci sentiamo neanche di sottovalutare l’appeal di un lavoro che non mostra quella stanchezza tipica di chi tenta un altro tuffo in un passato ormai lontano. Piuttosto, si avvertono una freschezza e una passione autentiche, davvero inaspettate ormai, come se Demonaz avesse conservato in sé tutta l’energia che non poteva liberare a causa di quei problemi fisici che lo avevano relegato al solo scrivere i testi.

Al netto di proclami e facili entusiasmi, ci godiamo i nuovi brani storcendo la bocca in un ghigno e immergendoci in un immaginario paesaggio innevato con buona pace dei tanti che giudicheranno prima di aver ascoltato questo sorprendente ritorno. Promosso a pieni voti.

Tracklist

01. Northern Chaos Gods
02. Into Battle Ride
03. Gates To Blashyrkh
04. Grim And Dark
05. Called To Ice
06. Where Mountains Rise
07. Blacker Of Worlds
08. Mighty Ravendark