ILPO VÄISÄNEN + CLAUDIO ROCCHETTI, 27/10/2018

ILPO VÄISÄNEN

Udine, Teatro San Giorgio. Per le foto ringrazio Bianca Nicolescu.

Forma – Free Music Impulse riempie il Teatro San Giorgio, questo è il primo dato positivo. Oltre ai soliti sospetti locali (Kobo Shop, Final Muzik, DobiaLab, mr. Boring Machines dalla più distante pianura padana) ci sono anche un po’ di facce giovani, cosa che dà una certa serenità.

Claudio Rocchetti

Comincia Claudio Rocchetti, che chi legge questa ‘zine conosce molto bene. Questa sera è davvero una gran sfiga essere l’opening act, scopriremo presto perché. Lui, armamentario analogico sul tavolo, non si fa troppi problemi: a differenza di altri suoi omologhi ha suonato eccome dal vivo, da solo o con gli In Zaire, e va abbastanza sciolto, squadernando i suoi collage che mettono insieme musica classica e altri ritagli più o meno deformati, ambient, noise e nella seconda parte anche battiti. Una parata di suoni mai noiosa, anche se non facilmente interiorizzabile. Il signore finlandese che suonerà dopo di lui dirà che Claudio gli ha ricordato Nurse With Wound. Meglio di così…

ILPO VÄISÄNEN

Dopo la fine dei Pan Sonic, progetto il cui impatto oggi è visibile a occhio nudo (basta ascoltare certa elettronica, vero Emptyset, Vigroux e Shapednoise?), Ilpo Väisänen si è mosso con gran calma rispetto al recentemente scomparso Mika Vainio. Direi che in qualche modo è passato in secondo piano, ma il live di questa sera dimostra che l’uomo, tra l’altro invecchiato bene, merita sempre grande attenzione, al di là di quanto è produttivo. La prima parte del set è pansonica, dunque serrata, dritta ma non troppo nei battiti, a-melodica, scorticante e sfascia timpani: si vede proprio Ilpo plasmare fisicamente il suono col suo arsenale analogico, e non capita spesso durante un live di questo tipo. La seconda parte mette in scena “Ilpo Väisänen in dub” per mezzo di un sound e delle influenze che stavano dentro certe cose dei Pan Sonic, ma non erano mai diventate  un discorso autonomo come dopo il loro scioglimento (sentire Communist Dub del 2015 e Capital Dub del 2017, entrambi su Mego): ecco che dalle casse esce un dub secchissimo, ossuto e a tratti spettrale, un possibile fratello dell’ultimo Scorn, quello che appunto era asciutto al massimo e – come immaginabile – molto lontano dal sole. Siamo già polverizzati e contenti, ma Ilpo concede anche un veloce bis, in buona sostanza un’ultima fiammata, improvvisa e dunque in piena faccia.

Come preludio al doppio gran finale di Forma – Free Music Impulse è ottimo: i vari Demdike Stare, Ambarchi, Eartheater e Konrad Sprenger dovranno faticare per essere allo stesso livello. Fortuna per loro che in questi ambiti la parola “competizione” non ha alcun senso.