I dischi di Flamingo: addicted to Sweat and Wrestling

Fra i clienti chiacchieroni del negozio ci sono dei topic ricorrenti: le lamentele sul fatto che in Italia non ci sia cultura verso certa musica, che “i Sunn O))) mi incuriosiscono ma temo non facciano per me”, discorsi nostalgici su ** inserisci genere a caso che abbia più di 10 anni **, meme divertenti visti su qualche profilo Instagram, scambi assurdi e sconti pazzi. Purtroppo negli ultimi tempi è venuto meno uno dei miei argomenti preferiti: il wrestling, probabilmente perché quando inizio a parlarne divento forse un po’ logorroico. Che c’entra il wrestling con un negozio di dischi? Beh, è uno spettacolo fatto di tante prove e sudore in cui i protagonisti cercano in ogni modo di far divertire o provocare il pubblico. Un incontro di wrestling ha in fondo le stesse caratteristiche di un concerto punk, metal o stoner. E anche i protagonisti, soprattutto nelle federazioni indipendenti, sono decisamente simili: capelli lunghi, barbe, creste e abbigliamento stravagante. Senza scomodare la major WWE con le entrate ormai storiche accompagnate dai Motörhead o dai Limp Bizkit, andiamo dalla agguerrita AEW e peschiamo l’olandese Thomas Budgen, conosciuto ai più come Aleister Black o Tommy End e ora rinominato Malakai Black. La sua musica di ingresso è “Ogentroost” degli Amenra. La sua fazione, chiamata “House Of Black”, entra nel ring con le note di “Rise From Ruins” degli Absent In Body, supergruppo formato da membri di Amenra, Neurosis e Sepultura. Nella stessa federazione milita Dori Prange, già conosciuta con i nomi d’arte Heidi Lovelace e Ruby Riott e ora come Ruby Soho, esattamente come la canzone dei Rancid contenuta nel classicissimo album del 1995 … And Out Come The Wolves. La cosa buffa è che sono stati proprio i Rancid a dirle di usare quel nome d’arte. Esistono poi mille altri intrecci, ma – vi ho avvertito – quando parlo di wrestling è difficile fermarmi, quindi mi impongo uno stop.

Di recente il mio socio mi ha fatto scoprire una splendida band che si chiama Sweat. Mi dice “ascoltali: sono su Pirate Press e c’è una tizia che canta e fa wrestling”. Oddio, finalmente si torna a parlare di wrestling in negozio! Ascolto e rimango estasiato dalla forza dirompente della band che passa con naturalezza da assalti hardcore a riffoni hard rock alla Thin Lizzy. Lei canta con grinta dall’inizio alla fine, fregandosene di cercare linee vocali che entrino nel cervello, parlando di machismo (anche il nome di una canzone) e insultando un po’ di categorie di stronzi. Dopo aver ascoltato l’esordio “Gotta Give It Up” vado a cercare qualche informazione su di lei e scopro che è Tuna Tardugno, wrestler indipendente protagonista del controverso “spot” del tampone di Priscilla Kelly che fece parlare un po’ tutto l’ambiente un po’ di tempo fa. Sapete che vi dico? Sono diventati una delle mie band preferite! Vi consiglio di ascoltarli e magari guardarvi un paio di video dal vivo su YouTube. Poi se volete venire in negozio a comprare il vinile sappiate che potete ottenere un po’ di sconto se parlerete di wrestling con il sottoscritto!