HUSH ARBORS / ARBOURETUM, Aureola

Hush Arbors - Arbouretum

Collaborazione tra amici questa recente uscita per Thrill Jockey. Mescolanze acustiche ed elettrico mood west-coast per Hush Arbors e robusto rock venato di psichedelia pesante per gli Arbouretum.

La voce di Keith Wood è abbastanza caratteristica, perché possiede un sorta di cantato nasale, mentre il barbuto Dave Heumann è dotato di un timbro più virile, forse meno peculiare. Differenze a parte, le rispettive idee non si incontrano per caso: entrambe vengono con tutta evidenza da radici comuni e dalla passione per una stagione musicale particolarmente feconda (quella a cavallo tra ‘60 e ‘70), che anche noi apprezziamo parecchio.

I pezzi di Hush Arbors sono costruzioni ben articolate e dal piglio quasi canzonatorio (la saltellante “Prayer Of Forgetfulness”, che sembra quasi cantata da un hobo con la voce consumata dalle troppe notti insonni). Ci sarebbero poi la luna e i falò della mesta “Up Yr Coast”, song delicata che si fa ricordare per la sua placida bellezza.

Pur senza grandi sussulti, questo Aureola – diviso in pratica a metà – porta a casa qualche buon ricordo, specie quando la temperatura di esercizio sale, una volta arrivati in quota Arbouretum: la melodia indianeggiante di “New Scarab”, l’incedere scorbutico (à la Crazy Horse) della lunga “St. Anthony’s Fire”, fino a toccare l’apice con la pregevole “The Black Sun” ─ pezzo migliore della lista, specie per la chitarra che letteralmente canta ─ che parte meditativa per poi planare verso un quasi ovvio finale younghiano. Il quartetto ama costruire pezzi del genere, tutto sommato questo rimane un canone che fa piacere vedere rinnovato con passione.

A conti fatti però, Aureola rimane un lavoro di passaggio, con qualche tocco di classe (impossibile non notarlo) che però non aggiunge molto alle rispettive carriere.

Tracklist

01. Lowly Ghost
02. Prayer Of Forgetfulness
03. Up Yr Coast
04. People Places
05. The Sleeper
06. New Scarab
07. The Black Sun
08. St. Anthony’s Fire