HORROR VACUI, Return Of The Empire

Horror-Vacui

Seguiamo gli Horror Vacui dal primo 7”, ci piace il loro traghettare l’attitudine punk nel mondo oscuro del death-rock e tra il pubblico goth, un po’ perché non si prendono troppo sul serio, un po’ perché cacciano quella patina di decadenza al latex che chi scrive proprio non digerisce. La loro è musica che prende come base di partenza l’universo dark per rileggerlo alla luce di un dna 100% diy, fatto di esperienze in band, label, concerti, ‘zine e chi più ne ha più ne metta, per questo alla fine ciò che la band riversa sull’ascoltatore è un ibrido che utilizza l’idea di un sound più che la sua reale declinazione, un’immagine mentale usata a mo’ di plastilina e che in mano agli Horror Vacui lascia maggiore spazio agli aspetti più ruvidi e di pancia degli ingredienti utilizzati. Se, però, il precedente In Darkness You Will Feel Alright risultava in qualche modo frenato dalla paura di distaccarsi troppo dai riferimenti a questa o quella realtà del genere d’adozione, con Return Of The Empire la band dimostra di aver saputo mettere a frutto la stabilità di line-up e le molte date passate in giro (compreso il tour negli States di cui parleremo in sede di intervista), tanto da aver acquistato sicurezza e essersi avviata verso la creazione di un proprio blend personale che sa più di rilettura eretica che di tributo tout court. Così, il ritorno dell’impero appare oggi ancora più a fuoco nel suo portare avanti una marcia che ricorda da vicino “Army Of Darkness” di Sam Raimi nel suo approccio dissacrante e auto-ironico, nel suo nutrirsi di citazioni per creare un qualcosa di irresistibile e in grado di attirare sia i cultori che i neofiti. Sin dall’opener “The Return Of The Empire” appare evidente la propensione degli Horror Vacui a creare anthem capaci di catturare l’ascoltatore e trascinarlo all’interno di un universo notturno che non può non avere una propria sede privilegiata nell’esecuzione live, dove la presenza scenica e la situazione conviviale amplificheranno e porteranno al climax il processo. Ciò non impedisce d’altra parte che anche su disco i brani raggiungano il loro scopo, così da ficcarsi in mente e colpire il bersaglio senza fatica, proprio per quell’appeal crossover che riporta alla mente le comuni origini geografiche e i molti punti di contatto tra le due scene in causa. In fondo siamo tutti creature della notte, tutto sta a capire come affrontarla nel modo giusto.