HENRY KAISER / ANTHONY PIROG / TRACY SILVERMAN / JEFF SIPE / ANDY WEST, Five Times Surprise

Quello che mi trovo tra le mani è un disco energico, grondante di improvvisazioni davvero rocambolesche, che lascia senza fiato per la quantità di talento che scorre nei suoi solchi.

Ci sono più di “cinque sorprese” e arrivano sottoforma di violentissime esplosioni sonore, a tratti deliranti e spalmate su una serie interminabile di diavolerie ritmiche ed elettroniche. Approfondendo, però, si scopre che il titolo fa espressamente riferimento a una curiosa applicazione che sforna nomi di gruppi in modo casuale, dettaglio non da poco che la dice lunga sulle intenzioni e sugli obiettivi della band.

Continua lo stato di grazia della Cuneiform, che si ostina a dar vita a progetti liminali e interessantissimi, sempre in bilico tra un bisogno urgente di alzare il grado di arditezza  – col fine palese di rinnovare il gusto per la sperimentazion – e un’attenzione alla qualità della proposta, andando a pescare, come in questo caso, tra musicisti di primissimo piano della scena USA. Come il nome più in vista di questo quintetto, Henry Kaiser, prolifico chitarrista ed etnomusicologo della West Coast che vanta una discografia sterminata, oltre 300 produzioni  all’attivo, tra i grandi nomi della scena d’avanguardia newyorkese e una vocazione alla scoperta di sonorità talvolta esotiche, primordiali e remote, ma sempre con un approccio analitico, scientifico. Capace di tradurre ogni suono in valide idee performative. In questo progetto, i tanti strumenti a corde suonati da Kaiser sono accostati a quelli di un altro grande chitarrista: Anthony Pirog, assolutamente non convenzionale, anche lui maestro dell’effettistica e qui complementare a Kaiser nelle strutture armoniche quanto nei soli.  Si passa poi alla mezza dozzina di cime annodate sul basso di Andy West (già membro fondatore dei Dixie Dreg) e si continua con le sei corde del violino elettrico di Tracy Silverman. A sostenere la tensione di queste 24 corde  il portentoso batterista Jeff Sipe (anch’egli con un curriculum stratosferico) che detta i tempi delle infinite variazioni dinamiche e dei continui andirivieni melodici.

Nelle tre ore d’improvvisazioni complessivamente registrate, dalle quali è poi stato tratto questo lavoro, evidenti appaiono i riferimenti chitarristici – e non solo – ai Mahavishnu Orchestra di John McLaughin: non sono certo velati, anzi riconoscibili e voluti, visto che la band propone come terzo brano in scaletta una bella versione di “You Know You Know”, un classico Mahavishnu. E non finisce qui: Kaiser ricorda che l’idea di mettere insieme questi musicisti straordinari nasce proprio nel 2017 sul palco e nel backstage del concerto John McLaughlin & The 4th Dimension al Warfield Theatre di San Francisco, dove Jeff Sipe era inserito nella line up e Kaiser invece compariva tra gli ospiti della serata. In pochissimo tempo il lampo improvviso di una sera si traduce in un progetto solido e dai tratti ben definiti, che evidentemente non si ferma alle influenze già citate, ma spazia lungo uno spettro molto variegato di linee guida.  Tanti i nomi e le suggestioni sonore che arrivano: da Mike Stern al jazz d’avanguardia di Wadada Leo Smith, fino ai tanti rimandi alle molteplici esperienze sul campo che Kaiser ha condotto in Sudan o in Giappone. Scorrendo le tracce si scorgono formule molto diverse tra loro, che creano luoghi sonori eterogenei con un gusto tutt’altro che velato per l’azzardo. Strettoie anguste e acidule si comprimono in suoni strozzati e altalenati come nella claustrofobica “Torch Shadows”. Chiude l’album, invece, la bonus track “Twilight Of The Space Gods”, una suite  di quaranta minuti che è un disco nel disco e restituisce a pieno il vero carattere di questo Ensemble, interamente votato al gusto performativo ed espressionista che racconta il “qui e ora” con tutto il caos e lo smarrimento emozionale di una generazione di musicisti che non rinunciano a far vedere un’indiscussa maestria tecnica, ma che al contempo riescono a regalarci un’immagine lucida ed impietosa del presente.