HAEMORRHAGE, We Are The Gore

Se c’è un gruppo in ambito gore che può vantare un’audience che va ben oltre quella (ormai ridotta) degli appassionati e degli addetti ai lavori, quello sono gli Haemorrhage. I patologi di Madrid, nei loro quasi trent’anni di carriera, hanno raccolto sempre più seguaci (molti dei quali nel genere non si sarebbero mai spinti oltre i primi due album dei Carcass) grazie a un sound molto personale, agli ottimi artwork di Luisma e a performance live infuocate. Mentre altri loro colleghi europei si sono conquistati la fiducia della Relapse quando ancora non era il colosso che è adesso (vedi i General Surgery per Necrology e i Regurgitate), loro hanno dovuto aspettare molti anni perché l’etichetta statunitense li mettesse sotto la propria ala. Questo passaggio è avvenuto col precedente Hospital Carnage e continua con We Are The Gore. Non serviva certo un titolo così (storpiatura dalla celebre “We Are The World”) per constatare il prezioso contribuito che i chirurghi spagnoli hanno dato a questo tipo di musica, ma loro preferiscono non smentirsi e portare avanti uno standard qualitativo più che invidiabile.

La proposta non è poi così cambiata e gli elementi più evidenti non sono questa gran novità: ci sono buoni brani come “Nauseating Employments”, la title-track, “Transporting Cadavers”, ma il fatto che questi abbiano degli assoli più curati e delle influenze death metal un pochino più marcate non stupisce nessuno. Stessa cosa per il riff rock n’ roll e il wah wah su “C.S.C. (Crime Scene Cleaner)”.  Il tutto però non suona noioso, anzi è molto godibile. Anche se Apology For Pathology (2006) continua a essere il loro ultimo grande disco,  il loro nome è sempre una garanzia. Il loro percorso non è così diverso da quello dei Cannibal Corpse: capolavori a inizio/metà carriera, poche ed impercettibili modifiche nello stile ma qualità invariata nelle uscite successive, produzione sempre migliore e nessuno vero passo falso. Il che, per un gruppo in giro dal 1990, con sette full length e numerosi split/ep alle spalle è un ottimo risultato. Anzi, se vogliamo essere sinceri, se per tutti i grandi nomi fosse così, non ci sorbiremmo scene pietose sia live, sia in studio.

Proprio per questo motivo gli Haemorrhage possono rivendicare la loro indiscutibile importanza: aspettarsi altro sarebbe stupido e nessun loro fan chiede altro. Se li amate, continuerete a farlo, e se li disprezzate, probabilmente non sapete cosa vi state perdendo. They are the gore e così deve essere.