GUM + ORANGE BLOSSOM JAM + GRUNTER, 22/2/2014

 Orange Blossom Jam

Ancona, Glue-Lab.

Sono di scena i suoni grassi, distorti e potenti al Glue-Lab, con una tripletta che non concede tregua alle orecchie. Si parte con i Grunter, voce, chitarra e batteria, davvero apparentemente poco rispetto a quanto riusciranno a scaricare sul pubblico: un concentrato di sludge e doom rafforzato da un approccio hardcore che colpisce in faccia e tramortisce. Una vera sorpresa per chi come il sottoscritto non li aveva mai visti in azione, grazie anche alla prova a dir poco impressionante del batterista, vero e proprio trattore capace di riempire le trame sonore e dare spessore ai brani. Da tenere d’occhio. Dopo di loro, una vecchia conoscenza, ovvero i Gum da Firenze, già visti spesso dal vivo e ogni volta fautori di set impressionanti per la capacità di fondere insieme furia sludge, atmosfere doom e improvvise aperture ai confini della psichedelia, senza per questo perdere un briciolo di potenza o di cattiveria. Il loro è un sound al contempo pachidermico e ricco di sfumature, figlio di un’attitudine aperta e priva di preconcetti, eppure coeso come cemento a presa rapida, una vera leccornia per amanti dell’estremismo cresciuto nelle paludi e spruzzato di attitudine hc. Ancora una volta una conferma senza se e senza ma. A finire gli Orange Blossom Jam, costretti purtroppo a un set ridotto causa problemi di orario, il che è un vero peccato, perché la formazione ha ormai raggiunto un tiro micidiale e si dimostra in gran forma, merito anche delle composizioni dell’album Mystic Jar Of Doom lavoro di cui ci siamo occupati proprio di recente. Come da copione, feeling e tecnica si contendono i riflettori e tra i due litiganti chi gode sono i presenti, che possono chiudere in bellezza un minifestival da leccarsi i baffi. Nulla da eccepire, la band è un altro di quei punti fermi in campo doom virato stoner, con in più una marcata componente lisergica a rendere l’ascolto ancora più intrigante. Al netto della delusione per la chiusura anticipata degli OBJ, serate come questa chiariscono come certi suoni siano ancora ben lontani dall’aver finito il proprio percorso o dall’aver perso mordente, anzi… si direbbe proprio che la scena goda di ottima salute. Buon per noi.