GIULIO ALDINUCCI, Tarsia

Tarsia

Questo è un anno nel corso del quale stanno venendo fuori molti sound artist italiani dediti all’ambient music, anche nelle sue declinazioni più moderne. Giulio Aldinucci da Siena ha già pubblicato a nome Obsil e ora esce a volto scoperto grazie all’etichetta Nomadic Kids Republic di Ian Hawgood (uno dei due dietro alla Home Normal). Il lavoro di Giulio, né troppo passatista né troppo attaccato all’ultimo trend, è estremamente etereo e poetico, così sognante da ricordare a momenti quello di Steve Roach. Il rischio, come sempre in questi casi, è di sfociare nella new age, quindi ecco che i cinguetti, gli sciabordii e i grilli di questo Tarsia rischiano di avere brutti effetti collaterali su chi ascolta, nonostante siano funzionali al “racconto” e nonostante non si possa chiedere a Giulio di rinunciare ai field recordings, che sono parte importante del suo lavoro. In un certo senso, se sogno dev’essere, meglio deragliare come altrove il disco fa, quando la sostanza del suono si trasforma e si associa con più difficoltà alla sua reale sorgente, avvicinandosi a quello che abbiamo cominciato a chiamare dronegaze.

Tracklist

01. Alpha And Omega
02. Risacca
03. Castiglione Della Pescaia, Winter 2011
04. Terra
05. Bookcrossing
06. Sole
07. Pianura (con gli occhi di F.)