GIANNI MIMMO & GIANNI LENOCI (RECIPROCAL UNCLES), The Whole Thing

GIANNI MIMMO & GIANNI LENOCI, The Whole Thing

Una lunga suite, come quella che fu con Gianni Lenoci nel nostro Wet Cats, edito sempre da Amirani. Non desideravo fare una “recensione” di questo bellissimo cd. Provo semplicemente a descrivere le mie sensazioni. Ossia ciò che l’ascolto di questo lavoro, realizzato da due amici e compagni di musiche, ha evocato in un pomeriggio di quarantena.
Fin dal primo ascolto mi si è palesata una foresta…

L’antefatto

Lotta e studio tra le fiere. Tra i due pare aleggiare un alone di studio e rispetto reciproco. Ma ci stanno anche dei morsi. La Belva-Sassofono fugge, l’altra Belva-Piano insegue. È una corsa nella foresta. La Belva-Piano agguanta la Belva-Sassofono per un attimo. Quest’ultima fugge ancora. Lo spazio immenso della radura. I due continuano a correre e a rincorrersi con frenesia e foga, noncuranti del luogo, del tempo e dello spazio. Poi una pausa. Improvvisa. Tutto sembra tacere. Si tira il fiato. Forse un pericolo nascosto fra gli alberi? Occorre collaborare? Sarebbe meglio smettere di farsi la lotta? Un cenno d’intesa. Acquattarsi. Radenti al suolo. Non fiatare. Eccoli. Muoversi rapidamente ma con circospezione, senza dare nell’occhio.

Il dialogo

Ci hanno visti! Presto. Fuggiamo. Sono gli orribili uomini vestiti di nero. Sono armati. Scivoliamo sul pendio scosceso. Rotoliamo. Ancora… fuggiamo. Ecco un altro riparo. Forse non siamo stati scorti. No. Non è così. Scappiamo ancora. Saltare. Correre. Ansimare. Giù per torrenti e ruscelli. Su per anfratti e rovi. Forse li abbiamo distanziati. Risaliamo il tortuoso percorso che ci porta su un promontorio. La nebbia della brughiera. Sembra di camminare fra le nuvole. Fame. Occorre mangiare. Bacche. Frutti selvatici. Nient’altro. Comunque è qualcosa da mettere in pancia. Di fuoco è il cielo rosso di tramonto.

L’Ascolto

Sono in casa, proseguo nell’ascolto, adesso sono al minuto 13:38. Il divano, la tv spenta, il mare nel futuro del mio panorama. I miei due amici suonano qui, nel mio spazio domestico. Uno di loro non c’è più, ma adesso è qui e dopo aver pestato sul pianoforte come un demone, adesso sembra essersi ritirato nella sua qualità sonora di luce e rarefazione angelica, mentre il sassofono di Gianni Mimmo decora la cornice purgatoriale, come in uno schizzo di William Blake. È un momento magico. Spenti gli ardori della performance per un momento di raccoglimento intimo, contempliamo insieme il mondo dalla finestra. Le strade vuote. Il silenzio catartico. Ho scritto di getto, nella guaina della mia prigione domestica. I primi dodici minuti erano stati quelli dell’immaginario di due belve e di una storia di giungle, lotte e fughe dai bracconieri. Adesso che sono rientrato nella mia “zona comfort”, percepisco il dilatarsi del suono che si fa tempo e poi spazio, come un ricamarsi addosso le trame della vita sonora. Tutto pare ora muovere e incedere nuovamente con la forza del vortice. Gianni e Gianni si ridestano. Continua questa folle fuga senza partitura, questa lettura meta-testuale di note già scolpite nella memoria eterna, liturgia di un’epistéme dialettica, vertice piramidale di cui ogni idea partecipa di tutte le altre, coro di ogni ente sensibile. Gli strumenti adesso diventano il tramite divino tra logica e follia, ed è bello sentire la compostezza della forma vitale di Gianni Mimmo e Gianni Lenoci venire meno e dunque sfaldarsi. Eccola la loro anima sonora, folle, dionisiaca.

Di nuovo dentro alla storia

Sembra trascorsa una vita nella libertà della selva. I due animali sonori vagano ormai da tempo, da tutta la vita che è il disco. Il decantare del giorno lascia intravedere quel pezzetto di Luna. Giunge l’ora di accomiatarsi. Si respira un’aria salubre, spenta è la frenesia del “fare”. La ribellione diurna ora riposa nella quiete del vento leggero che muove le frasche. La Belva-Sassofono chiede all’amico di rimanere. La Belva-Piano replica che non è possibile. Altre strade, differenti percorsi è necessario intraprendere. Separarsi. Ritrovarsi. Un amico se ne va. Non c’è più. Lascia un ultimo canto mentre fa un salto nel baratro, oltre il tramonto che è fatto di speranza. Un giorno si spegne, una notte si accende con gli ultimi riverberi delle note del piano.

Tracklist

01. Reciprocal Uncles