GIANLUCA BECUZZI, Faraway From Light

Non posso parlare con cognizione di causa dell’impatto di Abel Ferrara sulla cultura popolare, né di quali siano i suoi film più conosciuti, anche se penso che “Il Cattivo Tenente” sia quello famoso e pluri-citato (vero Hate & Merda?) e che se la giochi con “King Of New York” e “Fratelli”. So però che “The Addiction” mi piace, non solo perché c’è Christopher Walken che fa il non-morto (arrivava già truccato), ma anche perché è interessante come Ferrara, che è molto contorto, lavora sulle similitudini tra vampiri e tossici e su tutta una serie di confuse considerazioni etico-religioso-filosofiche in orbita intorno a questo tema. Il bello di “The Addiction” (“La dipendenza”) è proprio che, pur essendo in teoria un film su gente che beve sangue, in pratica restituisce la realtà sporca e squallida (non a caso è un film in bianco e nero) di un eroinomane, malattie comprese, snocciolando però citazioni che partono da Protagora e arrivano (ovviamente) a “Pasto Nudo” di Burroughs. Un casino che è stato sonorizzato da Becuzzi qualche anno fa in occasione del festival sardo “Solo Il Mio Nero”: questa sonorizzazione ora è la corposa e dominante parte centrale di Faraway From Light. Penso che proprio per restituire l’atmosfera cruda della pellicola (Abel Ferrara tira la sua realtà in faccia senza preoccuparsi di quanto fa male e di quanti tabù possa scassinare) Becuzzi abbia tirato fuori delle registrazioni sul campo (torri di Teufelsberg, Berlino) metalliche e taglienti, non poi così lontane da quelle che ho sentito nella “raccolta” Silentes (B)Haunted, che univa assieme due suoi lavori già pubblicati. Curioso – e banale – che scrivendo di  (B)Haunted avessi a mia volta citato “Pasto Nudo”. Nonostante ci siano una costruzione e un pensiero dietro, è chiaro che ci si trova di fronte a qualcosa anzitutto di autentico e doloroso. Se a metà tragitto c’è un calo, probabilmente fisiologico, il vero mio problema è che non so quanto l’invasività di Becuzzi sia opportuna qui, visto che il film contiene dialoghi molto “densi” di concetti e per questo le musiche originali sono assenti e/o ovattate, persino in alcune delle scene più violente. Avrei dovuto presenziare al festival per potermi fare un’idea migliore del tutto.

P.S.: vorrei ascoltare una collaborazione Gianluca Becuzzi (oggetti, elettronica) / Reinhold Friedl (inside piano), grazie.

Tracklist

01. Evil Throughout History (a)
02. The Addiction
03. Evil Throughout History (b)