“Geografie sonore. Dall’ascolto al progetto”. Un’anteprima del libro di Nicola Di Croce

Ndc

Passeggiata nel suono.

Nicola Di Croce lo conoscete bene, me ne sono occupato in varie occasioni e ho potuto apprezzare nell’insieme il discorso musicale e di studio che porta avanti da tempo. Ora per lui è arrivato il momento di far uscire un saggio breve, edito dalla romana Linaria e parte delle collana “Paesaggi Babelici”, curata dallo studioso di artisti e paesaggi “irregolari” Gabriele Mina. “Geografie Sonore” è una pubblicazione, suddivisa in sezioni, che serve per mettere a fuoco tutto il discorso artistico, etico e di ascolto delle fonti sonore negli spazi scelti per l’occasione, il piccolo paese di San Cipriano Picentino, situato nelle montagne dell’alta provincia di Salerno (che più gli sta a cuore). Di Croce, in ogni caso, svolge il suo tema anche da architetto, e si capisce bene leggendo per intero il saggio. Noi vi presentiamo in anteprima un breve estratto e una traccia audio introduttiva, dove sono catturate le registrazioni effettuate nel borgo che lo ha ospitato per questa residenza artistica (su idea della Fondazione Petroni), necessari per esemplificare il progetto. Chiaro che se siete interessati a questo particolare discorso nel libro c’è un’ampia trattazione, perciò il consiglio è di acquistarlo. Qui le info e il booktrailer.

GEOGRAFIE SONORE

Dall’ascolto al progetto

Silence

Tracciare le possibili traiettorie di autorappresentazione attivate dall’ascolto per indagare i confini identitari, scoprire le storie che il territorio conserva e svela attraverso le pratiche quotidiane, attraverso le tracce sonore che segnano gli usi dello spazio. È così che la registrazione ambientale (field recording) lavora sul contesto: raccoglie frammenti privati e li ricompone in una storia collettiva, in una narrazione che è scritta dal pubblico e ne preannuncia lo sviluppo endogeno, stimolandone l’autogoverno. Seguendo questo filo l’invito costante è rivolto a interrogare in chiave identitaria la definizione di «patrimonio culturale intangibile». Sarà necessario allora forzare le possibilità offerte dalla passeggiata sonora (soundwalk) come pratica di deriva, per un rinnovato inquadramento estetico e progettuale. Tale attitudine richiama a quegli strumenti partecipativi che si pongono l’obiettivo di raggiungere una prospettiva comune, capace di accogliere le differenze, ammettere la coabitazione tra identità, rileggere le pratiche quotidiane e gli usi in termini di presidio e di cura. Ci troviamo a cavallo tra marginale e liminale, ovvero tra incapacità di autorappresentazione e nuove istanze di resistenza, di sovversione dell’ordine costituito; o ancora tra attori «muti» e nuovi promotori di «gentrificazione». Ed è proprio su questo confine che il paesaggio sonoro si presenta come l’arena dei confronti e dei conflitti identitari, come la metafora viva di uno scontro continuo tra poteri e sistemi di valori. Se esiste infatti un parallelo tra coscienza di luogo e consapevolezza acustica, indagare le modalità per far maturare consapevolezza all’ascolto ci porta a una riflessione più ampia sul «diritto alla città» e sulla costruzione di «beni comuni». Ci spinge a riconsiderare quei beni immateriali capaci di penetrare e condizionare la nostra percezione e le nostre pratiche quotidiane.
L’ascolto si rivela pratica essenzialmente relazionale, laddove il lavoro con e attraverso l’ambiente sonoro diventa occasione per scardinare quelle rappresentazioni su cui si fonda l’incapacità di trasformazione. Vogliamo esplorare una prospettiva tanto distante quanto estranea attraverso cui leggere, coinvolgere e lasciarci coinvolgere dalle comunità locali, per interpretare e orientare insieme un ascolto attivante e attivatore del tessuto sociale. Costruire un archivio sonoro dove ogni abitante potrà riconoscersi e raccontarsi, sentendosi parte di una collettività. L’ascolto e la registrazione diventano strumenti di trasformazione dall’interno, luoghi di discussione dove scrivere collettivamente uno statuto provvisorio (e inter-soggettivamente riconosciuto) dell’ambiente sonoro, che sappia guidare consapevolmente le trasformazioni della città e del territorio.