Gama Bomb: what if Anthrax were from Ireland?

Folli, iconoclasti, sopra le righe, festaioli e rissosi, i Gama Bomb e il loro Sea Savage (qui il link per chi lo vuole comprare) sono quanto di meglio potesse capitarci in un anno di pandemia e distanziamento sociale, eppure sanno anche affrontare problematiche serie senza tirarsi indietro quando si tratta di prendere posizione. Dal cinema italiano alla cancel culture, diretti e veloci ma letali come una pallottola, eccovi i Gama Bomb senza rete.

Ciao, prima di tutto presentate i Gama Bomb ai nostri lettori. Tra un anno festeggerete il ventesimo anniversario, come descrivereste il viaggio finora compiuto?

Joe (basso): L’unità Gama Bomb comprende Philly alla voce, Domo e John alle chitarre e me al basso. Il viaggio finora è stato grandioso, la mia recensione su Trip Advisor reciterebbe: la qualità di Raven e Flotsam And Jetsam, suonando concerti per la birra gratis e prendendo voli Ryan Air la mattina presto, la band che ha osato rispondere alla domanda: Cosa sarebbe successo se gli Anthrax fossero stati irlandesi?

Sea Savage si presenta come un poema marinaresco diviso in due atti e riempito di riferimenti alla cultura metal e cinematografica a cavallo tra Ottanta e Novanta. Sembra quasi un parco giochi in grado di riunire tutte le vostre radici.  

Joe: Sì, direi che è così, ci sono alcuni elementi più metal che thrash e questo potrebbe ricollegarlo al nostro primo album, anche se in realtà non ce ne siamo distaccati così tanto da dover fare un vero e proprio ritorno alle nostre radici.

Da italiano non posso evitare una domanda su “Miami Supercops”, un vero culto per ogni ragazzo cresciuto qui negli Ottanta. Come avete scoperto il film e cosa vi ha spinto a rendergli omaggio?  

Joe: Domo, il nostro chitarrista, ama il film e ha preso come una missione lo scrivere musica e testo per quella canzone.  Abbiamo sempre avuto una vera infatuazione per il cinema italiano, da Argento a Fulci, i film di Bruno Mattei e gli spaghetti western degli anni Ottanta. Ci sentiamo molto legati a quelle opere perché credo che a livello cinematografico si muovano in modo simile a ciò che facciamo noi in campo musicale.

Graham Humphreys e Rory McGuigan hanno fornito il perfetto lato visivo alla vostra musica. Vi va di parlarcene?

Joe: Mio fratello Rory è stato con la band sin dagli inizi e ha sempre disegnato i nostri poster e l’interno dei dischi, lui è il migliore in quello che fa e vorrei che molte più band ponessero attenzione a questo aspetto dei loro vinili e cd. C’è troppa pigrizia per quanto riguarda le grafiche nel giro metal.

Sea Savage è uscito sia come cd che come vinile con differenti colori: sei d’accordo con chi sostiene che la frenesia per i download e gli mp3 stia scemando e ci sia un ritorno al formato fisico?

Joe: Da una parte la musica in formato fisico è importante ma i download sono ciò che ha portato i Gama Bomb alla ribalta mondiale, per cui direi che c’è spazio per entrambi. Molti ragazzi ascoltano solo online e molti dei più grandi ascoltano solo lp e cd. Per quanto mi riguarda, ho un’enorme collezione di dischi ma trovo più comodo utilizzare Spotify.

Siete anche molto attivi sui social, come vi ponete nei confronti di questi media e delle opportunità promozionali che offrono alle band?

Philly (voce): Ci serviamo di qualsiasi strumento possa aiutare a farci conoscere. Si tratta di raggiungere il tuo pubblico ovunque si nasconda e tentare di offrirgli ciò che vuole. I nostri fan sono in genere divertenti e molto legati a noi, perciò siamo davvero fortunati.

Passando alla musica, mi è piaciuto molto vedere come avete arricchito la lista degli ingredienti senza alterare la base thrash della ricetta. L’ascoltatore può trovare lungo il disco un sacco di richiami all’heavy-metal classico, allo speed-metal, anche alcuni al power anni Ottanta. Citerei Judas Priest, Accept e Overkill nella vostra dieta di ascoltatori, cos’altro?

Joe: Molto punk e altro metal anni Ottanta che non può essere definito thrash come Raven o Helloween. Philly è un buon amico di Bobby degli Overkill e di certo ha preso un po’ di ispirazione da lui, ma visto che suoniamo da moltissimo tempo, direi che l’ispirazione principale sono i Gama Bomb.

È stata dura trovare il giusto equilibrio tra questi differenti ingredienti? Avevate già completato il disco prima della pandemia o siete stati costretti a lavorarci a distanza?

Joe: Direi che è stato davvero difficile, Paul, il nostro vecchio batterista, era il custode dell’anima ‘fast and hard’ quindi, senza di lui, è stata forte la tentazione di aggiungere un po’ di Judas Priest etc. Ci sono state battaglie sulla direzione che questo nuovo album dovesse prendere. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, abbiamo dovuto finire l’album durante il lockdown, separati gli uni dagli altri. Ma, ad essere onesti, i risultati sono stati incredibili ed è un bene sapere che possiamo lavorare ad un disco in questo modo senza sconvolgere troppo le nostre vite.

Stiamo vivendo un periodo davvero complesso e mi ha davvero fatto piacere la vostra decisione di prendere posizione dopo l’assalto a Capitol Hill con la maglia “Snowy VS Alt-Right”. Credete che riusciremo a svegliarci da questo virus mondiale (e non parlo del Covid)?

Joe: Lo spero, sfortunatamente il problema legato all’intolleranza dell’estrema destra non è confinato alla sola America. Abbiamo avuto problemi personalmente sia in Francia che Italia, etc. Quindi, lo spero. Ma va detto anche che non andrà via da solo e spetta alle persone della comunità metal prendere posizione e sottolineare quando qualcosa va storto. Allo stesso modo è importante non chiudere gli occhi nei confronti di nazismo, razzismo e omofobia nella nostra scena.

Ho visto che Philly è stato invitato da World Metal Congress per parlare di un argomento delicato come la cancel culture e gli estremismi nella scena estrema. Che mi dite di questa esperienza e dell’impatto che questi temi hanno sulla comunità metal?

Philly: È stato un onore essere coinvolto nel live stream di World Metal Congress, è raro che sia concesso spazio a simili dibattiti nella comunità metal, quindi mi ha fatto davvero piacere essere lì. La mia posizione a riguardo è che le persone debbano essere ritenute responsabili per le azioni che compiono e le vittime dovrebbero sempre avere il diritto di dire la verità ed essere credute. La cancel culture, però, è lo specifico comportamento di persone in alcun modo legate ai fatti che si preoccupano dell’impatto sulle vittime quasi fosse una performance per apparire “buone” o virtuose e, almeno su questo punto, non possiamo che considerarla una stronzata.  È un’ammucchiata che termina con persone la cui vita è distrutta perché non si considera che si possa crescere e cambiare, così da andare oltre i propri errori. Se qualcuno oggi si comporta da testa di cazzo, dovremmo dirlo chiaramente ma metterlo alla gogna vita natural durante, senza chance di imparare e crescere, non risolve nulla. Questo è ciò che ho detto.

Purtroppo in questo momento viviamo una pandemia che ci ha forzato ad interrompere tour e musica dal vivo per un intero anno. State preparando qualcosa di speciale per quando potrete finalmente presentare Sea Savage dal vivo? Credete ci sia qualche possibilità di tornare ad una vita normale nei prossimi mesi?

Joe: Temo che non accadrà prima di settembre o anche gennaio 2022. Il nostro ultimo concerto è stato a dicembre 2019, per cui non vediamo l’ora di tornare a suonare appena sarà sicuro farlo.

Grazie mille per il vostro tempo, spero di incontrarvi presto nel mondo reale.

Joe: Cheers man! Spero ci vedremo in giro.