FUNERAL MANTRA, Afterglow

FUNERAL MANTRA, Afterglow

Ogni tanto, molto ma molto sporadicamente, capita che qualche formazione nata come cover band decida di lasciar perdere il materiale di altri per concentrarsi su canzoni proprie, continuando a suonare lo stesso genere (com’è anche lecito che sia). Tra questi è giusto menzionare i Funeral Mantra: nati nel 2010, anziché coverizzare Iron Maiden, Motörhead, Metallica o AC/DC scelsero gli Spiritual Beggars, il progetto heavy/stoner di Micheal Amott che oggi non va neanche più tanto come un tempo, ma che ci aveva regalato quei tre-quattro dischi più che godibili. L’iniziativa ha però vita breve e quasi subito si mettono all’opera per comporre dei pezzi, che poi finiranno sul loro demo del 2013. Verso la fine dello scorso anno è uscito Afterglow, il loro primo full length, per la Sliptrick Records.

Il loro sound si muove sugli stessi territori della band svedese sopracitata: quello stoner molto sul metal, con riff rocciosi e divagazioni melodiche e psichedeliche, con evidenti influenze di Black Sabbath, Black Label Society, Orange Goblin, Kyuss, Clutch, Alice In Chains, Down e Sleep. Tutti nomi spesso citati da mille formazioni del genere, ma loro non sembrano aver voglia di seguire lo stesso carrozzone di cloni che spopola oggigiorno. Ad animarli c’è invece una forte personalità, che con questo disco si fa sempre più sentire. Il disco, registrato da Luciano Chessa (Helligators, La Menade, Graal) presso il suo Moon Voice Studios a L’Aquila e masterizzato da Riccardo Pasini dei Void Of Sleep allo Studio 73 di Ravenna, è caratterizzato da un’ottima produzione e da un songwriting notevole. I dieci brani che lo compongono hanno una struttura molto variegata,  molto dinamica, con dei riff semplici ma che rimangono facilmente in testa. Rispetto al demo sono riusciti a diminuire la componente Zakk Wylde-iana in favore di una maggiore componente Seventies. C’è anche una discreta affinità con una band mai troppo considerata come gli Alabama Thunderpussy, uno dei pochissimi nomi in grado di fare metal di stampo Southern che realmente ricordavano le sonorità del sud degli Stati Uniti. Ottimo anche l’artwork.

L’unica pecca che è bene menzionare è la performance non sempre eccelsa del cantante, che potrebbe sfruttare meglio l’alternarsi tra un registro più rauco e uno più melodico.

Afterglow è, senz’ombra di dubbio, un buon debutto. In un calderone stoner in cui il dogma da seguire è aggiungere più fuzz a caso, per essere il più possibile uguali ai padri del desert sound, i Funeral Mantra riescono nella ricerca di un suono roccioso e personale, che sta dando i suoi frutti.

Tracklist

01. Soulstice
02. Dimension Onward
03. Gravestone Reveries
04. Brainlost
05. In These Eyes
06. Funeral Mantra
07. Parsec
08. Counterfeit Soul
09. Drifting
10. Afterglow