FLYING MOON IN SPACE, Zwei

L’album di debutto dei Flying Moon In Space nel 2020 svelava la capacità di modellare varie anime della psichedelia germanica e un talento versatile, potenzialmente apprezzabile da un pubblico omogeneo. L’ep uscito a gennaio 2022 contenente remix da parte di altri artisti costituiva poi un efficace indicatore del mondo sonoro della band di Lipsia: dagli statunitensi Xiu Xiu e A Place To Bury Strangers ai canadesi Suuns, dalle nuove star del kraut (i giapponesi Minami Deutsch e i berlinesi Camera) e al concittadino Jonas Wehner nei panni di Warm Graves. Non è difficile perciò indovinare che i Flying Moon In Space convogliano electro-rock, kraut, techno e agganci pop in jam estenuanti, in una continua ricerca che rimane invariata in Zwei: la band insiste sulle stesse vibrazioni notturne e danzerecce, alla ricerca di groove che durino, se possibile, all’infinito.

Come nel debutto, anche in Zwei l’iterazione sonora, accompagnata dalla produzione cristallina e minuziosa, è il perno dell’album: unica pecca, la lunghezza può rendere prolissa una musica più adatta all’esperienza dal vivo che all’ascolto domestico. I Flying Moon In Space confermano la loro spendibilità sia sui palchi dei festival rock che in un’ospitata in qualche club elettronico europeo. Ci troviamo di fronte a una delle band più paracule di Fuzz Club, detto con tutto l’affetto possibile.