FISTULA, Longing For Infection

fistula

I Fistula sono una band di Akron, Ohio. Non ho scelto a caso di iniziare la recensione scrivendo di dove sono. Avete presente “Gummo”? Il film di Harmony Korine del 1997 ci mostrava una cittadina dell’Ohio colpita da un uragano e perciò ridotta allo sbando, con numerosi bambini orfani che cacciavano gatti per sopravvivere, in uno stato di totale anarchia e perversione, tra droghe e sesso a pagamento. La colonna sonora era stata affidata a band come Eyehategod o Sleep, oggi probabilmente sarebbe l’intero nuovo album dei Fistula, Longing For Infection.

La band, attiva ormai da un ventennio, è stata molto prolifica nel corso degli anni, sapendosi reinventare quando necessario pur mantenendo intatte le sonorità sludge sporcate dall’hardcore più grezzo che la contraddistinguono. La prima traccia del disco, “Too Many Devils And Drugs”, parte con un canticchio stonato che sfuma in un attacco di chitarra e batteria che in circa 20 secondi si trasformerà in un pezzo hardcore pestato e risoluto. “Morgue Attendant” inizia col campionamento di una serie di news riguardanti un necrofilo per poi lasciar spazio a un assolo di basso lento e claustrofobico che ricorda alcune delle atmosfere più riuscite degli Iron Monkey. “The Big Turnout” è lacerante: la voce malvagia di Dan Arrington, sostenuta da ritmiche feroci e velenose, sembra essere il giusto sottofondo per uno strangolamento. Infatti, più il tempo scorre e più ci si sente completamente assorbiti da atmosfere nefaste che ricordano quelle dei migliori film splatter, in un concentrato di brutalità e malcontento che si incista nelle viscere, infettando tutto il resto. “Destituite” e “Smoke Acid Shoot Pills” sono le due tracce di derivazione più classica dell’album, perché due ottimi esempi della matrice sludge dei Fistula, sia per la durata, sia per il sound, molto vicino a materiale di Eyehategod e Crowbar. Ciò che è evidente, comunque, è una scelta in sede di produzione che spinge molto sulle sonorità old school, una sorta di omaggio agli anni Novanta. Un revival fatto di droga, bottiglie vuote e rancore radicato nel tempo, e per questo ancora più vile e scontroso. Non a caso, dopo questi due pezzi ci arriva un pugno in faccia da “Loyal The Foil”, l’episodio più breve del disco: ritmato e sostenuto, è solo un avvertimento di ciò che incontreremo dopo, “Retox”, un brano minaccioso che ci mostra quanto è lucente la lama prima di conficcarcela ripetutamente nel petto, un inno alla morte di intensità hardcore metal, grezzo al punto giusto, che, sostenuto dalle voci dei membri della band, sembra dirci: “Non hai più scampo, l’infezione è compiuta”. Un album che si insinua dunque sotto la pelle, appestandoci il sangue e il cervello.

A chiudere il cerchio ci pensa Jason Barnett/Cursed Death, artista di Portland che aveva già curato le bellissime copertine di Circle Of Molesters e Deteriorate dei nostrani Grime e che, anche in quest’occasione, ci regala un artwork orrorifico e infernale. I Fistula gireranno l’Europa proprio con i Grime nel mese di ottobre, non toccando però l’Italia.

fistula